Cambiare alimentazione può salvarti la vita : così Sylvia ha recuperato la memoria

“In ospedale diverse volte non mi ha riconosciuto, anzi una volta ha addirittura chiamato la polizia perchè pensava l’avessero rapita.”

 

Così Mark ci racconta quanto grave fosse la situazione della madre, malata di Alzheimer da dicembre 2016. Aveva perso la memoria, e le condizioni erano talmente gravi che è stato necessario ricoverarla più volte. Ha vissuto 12 mesi di inferno, di cui 3 passati in ospedale. Una volta credeva di essere in un hotel scadente, e si era lamentata che non ci sarebbe più tornata. Anche per questo, i medici dell’ospedale gli avevano suggerito un TSO.

Ad un certo punto, il figlio si è reso conto che le medicine non facevano il loro dovere, ed ha iniziato ad informarsi per fare qualcosa di diverso.
Così sono arrivati al discorso della alimentazione
Ci è dovuto arrivare da solo eh. Altrimenti chissà, forse sua madre sarebbe stata chiusa in qualche reparto psichiatrico.

Cosa si può fare con il cibo per migliorare la situazione di chi soffre d’Alzheimer?

Alcuni anni fa, è stato fatto uno studio molto interessante, il Chicago Health and Aging Project, che ha seguito per molto tempo migliaia di persone.
Per quanto riguarda l’invecchiamento e la memoria, prendiamo come esempio la situazione dei grassi saturi, della vitamina E, e degli antociani.

Chi aveva un elevato consumo di grassi saturi, soprattutto presenti in carne e latticini, aveva un rischio maggiore di perdere la memoria.
La Vitamina E, un ottimo antiossidante presente soprattutto nella frutta secca come le noci, ha dato un’ altra risposta : chi ne consumava di più, aveva un rischio minore di contrarre l’Alzheimer.
Gli antociani, in parole povere quel colore blu/viola di alcuni frutti, come l’uva o i mirtilli. Le persone che ne bevevano di più, avevano un rischio più basso.

Ed anche prendendo in considerazione il famoso gene APOE4, quello scoperto dal Dr. Roses, la situazione non cambiava!
Perchè ormai, repetita iuvant, dovremmo sapere che i geni non rappresentano il destino di una persona. Il contesto determina l’accensione o lo spegnimento di questi geni. Chi lo aveva, ma mangiava tanta vitamina E o antociani, aveva un rischio inferiore dell’ 80%.

Per scendere più nel dettaglio, consiglio questo video di circa 15 minuti del Dr. Barnard

 

E Sylvia così ha fatto, implementando frutta secca come le noci, verdure a foglia larga come gli spinaci o il cavolo, molti frutti di bosco soprattutto mirtilli ed anche del cioccolato fondente.
Togliendo poi tutti quei cibi che non facevano bene, prodotti da forno industriali, bevande zuccherate, carni processate e cibo da fast food.

Non solo mangiare

Anche altre attività sono state cruciali nel recupero della sua memoria, come giocare ai cruciverba, fare belle passeggiate, e socializzare con altre persone.

La sua storia è stata così incredibile da essere finita sul Mirror e sulla Alzheimer Society!

Alcune parole del figlio, Mark

Non è stato un miracolo avvenuto dal giorno alla notte, ma dopo un paio di mesi ha iniziato a ricordare cose come i compleanni e stava tornando ad essere se stessa, più attenta, più coinvolta. La gente pensa che una volta fatta una diagnosi la tua vita è finita. Avrete giorni buoni e giorni cattivi, ma non deve essere la fine. Per essere una donna di 82 anni se la cava molto bene, sembra più giovane di 10 anni e se la incontrassi adesso non sapresti che ha passato tutto questo. Prima doveva essere aiutata per ogni genere di cose, ora sta migliorando la situazione. In questo paese è vero viviamo più a lungo, ma non siamo necessariamente più sani”.

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Autore dell'articolo: GG

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