“Il concetto di carne felice da maiale felice è estremamente allarmante.” Parola di Bob, ex allevatore di maiali.

Ricordo che quando ero piccolo, mi trovavo con un amico e lui aveva un fucile a piombini. Sparò un colpo e prese un pettirosso. Lui era orgoglioso per quello che aveva fatto, io ero distrutto. L’aveva preso nella gola, e vederlo morire dissanguato davanti ai miei occhi mi ha segnato. Quando ho iniziato ad allevare maiali, non sapevo nulla su di loro. Pensavo che non avessero il pelo, e fossero semplicemente rosa. Volevo fare qualcosa di diverso, per dare una alternativa alle persone dalla carne degli allevamenti intensivi. In 10 anni ho portato al macello circa 2000 maiali, e considerando che negli allevamenti intensivi ne passano anche 1000 all’ora, io ero fiero di me. Per 6 giorni, mi dedicavo a loro ed ai loro bisogni. Un giorno alla settimana invece li vedevo in maniera utilitaria : quali spedire al macello. Certo, ci sono stati dei momenti tristi, ma riuscivo ad andare avanti. Più maiali avevo, più mi rendevo conto che non erano semplicemente animali, erano esseri senzienti. I maiali amano stare in gruppo e sono estremamente socievoli. Sapete, amano l’autunno e le foglie secche. Il caso di Ester non è qualcosa di speciale, non è un maiale speciale, sono tutti molto intelligenti. Una volta li avevo messi nello stesso recinto con delle pannocchie, che stavano ad almeno 60 centimetri dalle loro teste. Non ci potevano arrivare. Ci hanno messo davvero poco a capire che bastava colpire la radice per far cadere tutto, e le mangiavano! Oppure, quando capitava che dei maiali stavano male, io li separavo dal gruppo per metterli da un’altra parte. Con quei pochi maiali passavo molto tempo, stavo con loro e davo da mangiare direttamente nelle loro bocche. Gli ho dato anche dei nomi. In due giorni hanno capito quale fosse il loro nome, e capivano quando dicevo loro di seguirmi. Due di loro una volta li ho reinseriti troppo presto nel branco, e questo è un problema perchè ci sono forti gerarchie sociali e bisogna essere in grado di resistere agli spintoni o cose del genere. Uno si trovava già vicina al recinto sicuro, e l’ho fatto entrare. L’altro invece si trovava dal lato opposto, in fondo, tallonato da altri maiali. Appena l’ho chiamato, ha invertito la marcia ha fatto il giro ed è venuto da me per farlo entrare nel recinto sicuro. Questi sono comportamenti che ci aspetteremmo da un cane, ma non da un maiale. Ecco, questa è una domanda che mi sono sempre posto : perchè mangiamo i maiali e non mangiamo i cani? Altro concetto che per me è altamente allarmante è quello della carne felice. Non esiste una carne felice da maiale felice. Dopo 10 anni, sono passato alla coltivazione di vegetali. Gli allevatori della zona non erano d’accordo con la mia scelta, ma sono stati tutti molto di supporto. Ad esempio il macello in cui siamo andati a fare riprese mi ha permesso di farlo, sapendo per cosa lo avrei fatto.”

Questo è Bob Comis, un ex allevatore di maiali statunitense con origini calabresi.
Bob è il protagonista di un documentario, The Last Pig, diretto da Allison Argo. Un documentario tanto semplice quanto profondo. Racconta la sua storia, i suoi pensieri, la sua vita di ogni giorno con i suoi maiali. Non ci sono infografiche spettacolari, non ci sono medici o attivisti vari che parlano. C’è una esperienza di vita, che vale come ogni altra esperienza. Certo, non possiamo sottovalutare il fatto che Bob fosse un allevatore. Insomma, non è il solito documentario pro vegan.
E questo mi porta ad una domanda : vale di più il racconto di una vita, o valgono di più fogli di carta che ci dicono che mangiare vegetale è meglio per il pianeta e per noi? O valgono entrambi in modo diverso?
Ci sono molti silenzi, ci si affida alla musica solo in alcuni momenti, e non sovrasta mai il ruolo di Bob o dei maiali. E non è nemmeno quella musica che “forza” chi guarda a pensarla allo stesso modo.
The Last Pig è un film intenso e delicato. Cinquantatre minuti da vedere.

Chiudo con alcune parole della regista, Allison :
Ho scoperto la storia di Bob qualche anno fa, leggendo questo pezzo scritto da lui Happy Pigs Make Happy Meat? Bob ha avuto il coraggio di spogliarsi e di raccontare la sua storia. Io volevo che questo fosse un racconto molto calmo, leggero come la brezza, per lasciare spazio al pensiero  di chi guarda. Questa è una piccola storia, semplice ma altrettanto profonda.”


In foto : la regista Allison, Claudio di Essere Animali, Bob Comis.

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Autore dell'articolo: GG

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