Sentenza rinviata per gli attivisti dello stabulario : questa è l’Italia

Dopo diverse udienze, oggi sarebbe dovuto essere il giorno della verità per quelle persone che hanno volontariamente rischiato molto per salvare delle vite, questo direi che è da mettere in chiaro da subito.

Quando però per la seconda volta non si presenta l’avvocatura di stato, e nessuno dall’università, ci possiamo fare due domande?

Non solo, il giudice per “un imprevisto ed importante impegno” non ha avuto il tempo per emanare la sentenza, rinviandola al 25 giugno alle 12.10

Chi se ne frega di quelli che avevano preso un impegno e sono venuti anche da molto lontano giusto?

La richiesta è 15 mesi + 500.000 euro di multa, per aver distrutto lo stabulario trafugato animali resa impossibile la ricerca ed altro.

La giustizia non è sinonimo di legalità, e non tutto quello che è legale è giusto.

Abbiamo parlato spesso della sperimentazione animale, di come sia in primo luogo una pratica anti scientifica, ma se volessimo per paradosso ammettere che abbia una qualche valenza scientifica, chi siamo noi per disporre degli altri esseri viventi? Bello prendersi l’autorizzazione da soli vero? Ecco perché la scienza non potrà mai sostituirsi ed imporre il suo volere, perché vivere secondo lascienza sarebbe come vivere in un regime teocratico.

Probabilmente questi ragazzi verranno condannati per aver mostrato una faccia della scienza, sapendo quello a cui sarebbero andati in contro.

Questi gesti, che alcuni condannano, possono e devono far riflettere tutti sul significato della giustizia, della legalità, dell’autorità, sul significato di un modello che deve essere superato.

La giustizia non sarà di questo mondo? E allora portiamola noi, con il buon senso ed il dialogo. Anche con azioni forti come queste, l’importante è che siano non violente! La violenza giustifica il potere a ribattere con altra violenza, non cadiamo al loro livello.

Dopo questo pippone allucinante, Mi limiterò a riportare qualche estratto delle considerazioni fatte dai terribili distruttori

 

 

Pensavo che l’università fosse il tempio del sapere. Quando mi ero iscritta all’università di scienze biologiche pensavo che le cose fossero diverse. Mi faceva impressione vedere come i volti degli studenti fossero appiattiti nei confronti dei professori e guardassero con ostilità chiunque andasse contro ai loro dogmi.

se non volete esperimenti sugli animali allora fatevi avanti” trovo scoraggiante questa logica, perché i deboli dovrebbero essere sacrificati per qualcosa di superiore.

Per ogni essere vivente l’integrità del proprio corpo è di primaria importanza.

Si studiavano le malattie per il sistema nervoso allo stabulario, non avrò le competenze mediche ma ho una coscienza, e queste sono sofferenze ingiustificabili e inutili.

Ipossia, shock elettrico, microonde, solo alcune delle modalità con cui venivano uccisi i topi.

L’essere umano crede di essere quasi dio, la parola risolutiva, dominatore del mondo”

” Il 20 Aprile 2013 siamo entrati nello stabulario, per liberare gli animali imprigionati, creare dibattito, mostrare le reali condizioni di vita nello stabulario di quegli animali.

Viviamo in un sistema che imprigiona sfrutta e uccide chi reputa inferiore.

Quel giorno facemmo una richiesta : di far uscire tutti gli animali. Abbiamo fatto un accordo con l’università, e si sono rimangiati la parola, siamo stati ingenui.

Ci siamo fidati di chi ha sempre mentito, di chi disse che solo per il fatto di essere entrati laddenrro gli animali non fossero più utilizzabili, o di chi non sapeva nemmeno quanti animali ci fossero li, di chi ci ha mentito ed ha mentito in aula dicendo che non ci fosse nessun accordo, ma avevano bene a mente il risarcimento da chiederci.

Non volevamo fare un torto a chi ci lavorava dentro, non stavamo cercando condizioni particolari di maltrattamento, ci bastava mostrare cosa quotidianamente accadesse a quegli animali. Gli unici che hanno capito questo gesto sono i difensori della sperimentazione animale. Noi abbiamo abbattuto quel muro di silenzio, e la controparte ha sentito l’impellente urgenza di difendere e giustificare il proprio operato. La società civile non può essere esclusa da quello che fa la scienza. Quel giorno l’unica violenza l’abbiamo fatta sui nostri corpi, violando leggi profondamente ingiuste, ed è stata la cosa più giusta che ho mai fatto”

“Io ho agito cercando di aprire uno spiraglio sulla vita di questi animali, e discutere di un modello che priva della vita esseri giudicati inferiori.

L’università dovrebbe essere il tempio del sapere, mentre gli studenti imparano che esistono specie sacre e specie sacrificabili. Non nego la mia responsabilità, non nego di aver fatto violenza del mio corpo nel proteggere questi animali. Penso al registro di carico scarico dove gli animali venivano trattati e considerati delle merci, da noi visto letto e fotografato, considerato non attendibile da una dottoressa dello stabulario.

Commenta

Autore dell'articolo: GG

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *