Arianna,13 anni, e Madja,14: morte improvvisamente post vaccinazione.

Arianna e Madja

Quale concezione di rischio e beneficio persegue la società?

Alla fine, nessuna correlazione

Possiamo parlare di una tragedia?
Troppo polarizzante?
Meglio descriverli come incidenti?
Direi almeno altrettanto polarizzato.

Quand’è che la smetteremo di morire?! Ecco il riassunto della situazione.

 

Per rivedere gli amici, tornare a scuola, non sentirsi in gabbia; i genitori li portano all’hub per proteggerli, per proteggersi, per evitare discussioni, per paura.

Majda El Azrak, residente a Ruffano, è entrata in coma irreversibile due giorni dopo avere ricevuto la seconda di Pfizer e poi deceduta il 13 settembre presso l’ospedale pediatrico «Giovanni XIII» di Bari, dov’era stata trasferita il 19 agosto scorso, proveniente dal nosocomio di Tricase. Sulla morte di Majda, dopo l’esposto dei genitori, la procura di Lecce ha aperto un’inchiesta per omicidio colposo.

Arianna, studentessa al primo anno del liceo scientifico «Banzi» di Lecce, sin dalla nascita soffriva di una patologia cardiaca. La tredicenne aveva ricevuto la seconda dose di Pfizer giovedì mattina, ma poi, tornata a casa, nel corso della notte si era sentita male. Accompagnata d’urgenza al pronto soccorso dell’ospedale cittadino, è purtroppo deceduta nonostante le manovre rianimatorie dei medici.

Le parole dell’ASL di Lecce

«Al momento, dopo una prima valutazione, non è stato possibile stabilire una correlazione tra il vaccino e la morte, pertanto abbiamo incaricato un nostro sanitario e un medico legale di eseguire l’autopsia sul corpo della ragazza. Abbiamo seguito le procedure di legge previste in casi gravi come questo ed è stata data comunicazione all’autorità sanitaria e alla famiglia»

Come funziona la farmacovigilanza?

Qualcosa di cui abbiamo parlato spesso e volentieri. La vaccinovigilanza segue dei criteri diversi, che nei fatti rendono molto difficoltoso associare i due eventi. Per un farmaco, la correlazione temporale viene presa davvero in considerazione e tra i criteri più importanti; per un vaccino, no. Il catch 22 della medicina tecnoindustriale è perfettamente ricamato sulle vaccinazioni.

Quante difficoltà per la vaccinovigilanza: il “nessun nesso” è un ritornello

Una volta letto questo articolo di approfondimento, sarà evidente a tutti come sia necessario rivedere questi criteri, per permettere una valutazione più serena e trasparente. Altrimenti, come si può pretendere di riallacciare un rapporto (istituzioni sanitarie-popolo) ormai rotto da tempo?

Sulla questione in particolare, tra l’altro, sono ormai centinaia gli esperti a livello mondiale che abbiano mostrato razionalmente come per questa fascia d’età si possa anche evitare.

Nessuna giustificazione medico-scientifica per vaccinare i minori.

 

Concezione di rischio e beneficio

La visione utilitaristica della medicina a quali vette può farci ambire?
Pensare che questi siano incidenti di percorso rappresenta al meglio la patologica distorsione in atto. Fino a che punto sceglieremo di seguire i numeri e rinnegare quello che sta succedendo davanti a nostri occhi?
E penso a come sia stata raccontata la notizia di Arianna, “soffriva di una patologia cardiaca dalla nascita”. Ma pensate davvero che questo semplice dettaglio possa annullare la responsabilità di questo trattamento sanitario? Sapete cosa fa altrettanto ridere?
Dover dire di non essere certi al 100% che ci sia davvero una correlazione, perchè non ci sono studi! E gli studi, non li fanno! E nel frattempo, le persone muoiono o hanno gravi problematiche nella loro vita. Come possiamo essere così cinici dal sostenere che senza vaccinazione sarebbero morte comunque? Possiamo, per cortesia, considerare questa come una delle tanti classi di farmaco, con quindi l’idea che potrebbero essere dei prodotti ritirati?
La visione standardizzata della medicina, non ha già prodotto risultati?
Aumentata l’aspettativa di vita, la pennicillina ha effettivamente dato una grossa mano, ma bisogna rendersi conto anche dei limiti di questo modello. Non siamo tutti uguali, non possiamo pretendere che tutte le persone prendano indistintamente lo stesso farmaco.
Soprattutto, non possiamo permettere che qualcuno venga obbligato a farlo.

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Autore dell'articolo: GG

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