Poche mele marce? Malasanità #3

Abbiamo visto come le linee guida siano in mano ai soliti noti, e abbiamo visto come la ricerca sia in mano alle aziende. Rispetto agli anni 80, dove 1 studio su 3 era finanziato dall’industria, oggi siamo a 4 su 5. Ma non potrebbe essere altrimenti : hanno i soldi, e decidono loro.

Sapete, l’80% delle Università è disposto a cedere i diritti degli studi alle case farmaceutiche, pur di ricevere fondi. Cosa vuol dire questo? Che se durante gli studi viene scoperto qualcosa che non piace, lo studio puo’ essere interrotto. Ed ancora più importante, una volta finito e consegnato, l’università non ha alcun diritto su quel lavoro.

Se la casa farmaceutica vuole divulgare dei dati bene, ma non è costretta a farlo. “Protezione di segreto industriale“, spesso lo chiamano così. Scoprire l’eventuale cura delle malattie è un segreto da tutelare, bella storia vero? Una cosa è guadagnare, una cosa è speculare sull’essere umano, ma saranno soltanto diversi punti di vista.

Volete un altro sorriso amaro? L’anno scorso a Vigevano, i medici  hanno asportato ad un 78enne il rene perfettamente sano e solo in un secondo momento si sono resi conto dell’errore, cioè di avergli lasciato il rene colpito da tumore al posto suo. E non vogliamo parlare di uno dei cardini della malasanità italiana, le liste d’attesa! Se vi interessa, ne abbiamo parlato tempo fa in un servizio a parte. Se poi doveste mai finire sotto i ferri, state all’erta nei giorni successivi : emblematico è il caso successo a Mantova, dove per una settimana un 53enne ha conservato nel suo addome un divaricatore di 15 centimetri.
Alcune persone vengono quasi  perseguitate dalla malasanità : è il caso di una abitante di Fano che per 2 volte è stata vittima di errori ma sarebbe il caso di dire orrori, medici. Da circa 15 anni, dopo un intervento andato male alla vescica, è costretta a vivere con un tubicino che le esce dall’addome collegato ad un sacchetto per la raccolta delle urine. L’anno scorso dopo una caduta, si reca al pronto soccorso per una visita. Alla radiografia non ci sono problemi, peccato che la lastra gliel’hanno fatta alla spalla sbagliata, ritardando la diagnosi e poi portandola ad essere operata. Fra reni e spalle, alcuni medici sono privi del senso dell’orientamento.
Che dire poi di quei medici del Policlinico di Messina che hanno diagnosticato falsi tumori per interventi di chirurgia? Cosa dovrei arrivare a pensare, che non posso più fidarmi dei medici? Secondo l’accusa diagnosticavano falsi tumori o la necessità di sostituire protesi al seno già impiantate, quando ciò non era affatto necessario, ed è qualcosa che ha colpito almeno 12 donne tra il 2011 e il 2012, e in tutti i casi le donne sarebbero state all’oscuro della truffa.
Non solo venivano truffate, ma venivano diagnosticate con dei tumori che non c’erano. Oltre il danno, anche la beffa. E di quei pediatri pisani che si vendevano alle case farmaceutiche ne vogliamo parlare? Sapete cosa facevano, pubblicizzavano una determinata marca di latte in polvere, ed in cambio per loro c’erano vacanze pagate.
Ma la malasanità mica è solo adesso, parliamo un attimo di questo caso avvenuto nel 2010, a Firenze,medici corrotti per un giro d’affari di 2 milioni di euro.

Gli inquirenti spiegano che i medici avrebbero percepitocompensi illeciti in cambio di prescrizioni e somministrazioni arbitrarie a centinaia di pazienti in cura per diffuse patologie croniche di specialità medicinali prodotte dalle aziende corruttrici, che realizzavano maggiori profitti derivanti dal conseguente incremento della diffusione dei farmaci”.

Possiamo andare ancora più indietro, questa inchiesta della Procura di Bari del 2006.

“Ai medici corrotti andavano compensi in danaro oppure orologi, telefoni cellulari, materiale informatico, viaggi di piacere e partecipazioni a congressi scientifici. In più di un caso – ritengono di aver accertato i carabinieri del Nas di Bari – tra medici e informatori scientifici c’è stata anche una trattativa sul tipo di compenso che i sanitari dovevano percepire: ad esempio 5.000 euro al mese al posto di vacanze con la famiglia in luoghi esotici o in capitali europee. Nel corso dell’inchiesta il magistrato sequestrò un libro paga sul quale erano scritti i compensi percepiti dai medici e, accanto, il voto che l’informatore scientifico esprimeva: le valutazioni erano scarso, sufficiente, buono; o anche: da tornare. Dopo il sequestro del libro-paga, il 15 aprile 2005, il pm ottenne dal gip l’arresto di 60 persone (18 medici, 16 farmacisti, 6 dirigenti e 20 informatori scientifici di molte case farmaceutiche nazionali ed estere), che si aggiunsero alle 44 persone arrestate tra il 7 e il 25 luglio del 2003.”

 

Qui per riprendere la seconda parte
Qui invece la prima parte

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Autore dell'articolo: GG

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