Ricercatori italiani sul cancro truccano immagini con Photoshop per ricevere finanziamenti

Che bomba! Usare photoshop per ricevere finanziamenti sul cancro, parliamo di milioni di euro. Sono colpevoli, accertato. C’è un però : non esiste in Italia il reato di frode scientifica. Risultato? Archiviazione.

La Procura di Milano ha appena concluso una indagine, lunga e complessa, che ha fornito un quadro sconcertante : ricercatori stimati, professori qua e la, che manovrano milioni di euro. Grazie a Photoshop.
Questi luminari sono stati beccati ad aggiustare le loro immagini poi pubblicate dalle riviste più importanti.

Vediamo i protagonisti

Pier Paolo di Fiore dell’IFOM, un centro di ricerca sui tumori a livello molecolare. Solo nel periodo analizzato dalla Procura (2005-2012) ha ricevuto 9,37 milioni di euro

Marco Pierotti dello Istituto Nazionale Tumori ha ricevuto 3,60 milioni di euro

Alberto Mantovani dall’Humanitas ha ricevuto 3,06 milioni di euro

PierGiuseppe Pellicci dallo IEO ha ricevuto 1,48 milioni di euro

Così si sono espressi i PM Cajani e Filippini

Dalla prima analisi di polizia giudiziaria sui centri di ricerca milanesi emergevano nove pubblicazioni, consultabili liberamente, che contengono manipolazioni più o meno gravi delle immagini attestanti i presunti esperimenti. Altre indagini scoprivano ulteriori 17 pubblicazioni che contenevano manipolazioni delle immagini. Abbiamo poi preso in considerazione altri 32 articoli scientifici, 25 di questi sono risultati oggetto di manipolazione

Interessante notare come l’ AIRC si sia costituita parte civile nella vicenda, cosa che non è passata inosservata ai PM, che hanno segnalato “gli evidenti conflitti di interessi all’interno di AIRC, la cui commissione consultiva scientifica decide sulle destinazioni dei finanziamenti a favore di studi scientifici condotti dagli stessi componenti.”

Tutto in Famiglia, logico no?

Storia non a lieto fine

Gli scienziati sopra nominati sono stati indagati per falso in scrittura privata, falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico e truffa. Dopo tre anni di inchieste i pm hanno concluso che i fatti sono stati accertati, le manipolazioni sono state provate, ma in Italia non esiste un reato che permetta di mandarli a giudizio. Così, è stata chiesta l’archiviazione del caso.

“Le accertate manipolazioni, sia pure preoccupanti dal punto di visto dell’impatto scientifico, rimangono per l’attuale legislazione prive di rilevanza penale”

non sapevo come meglio concludere

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Autore dell'articolo: GG

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