Cosa succede agli anziani di questo paese?

È sufficiente essere anziani per essere ricoverati, senza sintomi, nell’area Covid?

Storie di (mala)sanità

 

 

La prima storia che stiamo per raccontare è questa, e la facciamo breve : una signora di 81 anni si rompe il femore, allora si reca insieme al figlio all’ospedale per essere controllata. Non le viene fatto un tampone, ma le viene detto che sarebbe stata ricoverata nell’Area Covid. Tutto questo, per via di un regolamento interno. Regolamento che non viene mostrato, Dirigente Sanitario che non si presenta, medico che non si identifica, e la famiglia sceglie di andare in un altro ospedale.

Partiamo dalla premessa : questo è un momento delicato per tutti, e si provano a prendere le migliori misure possibili. Tuttavia, è proprio nei momenti delicati nei quali può affiorare la confusione, che porta a scelte prive di buon senso.
Quello che ha fatto scattare la lampadina non è stato tanto l’evento in sè, quanto la pronta smentita dell’ospedale alla denuncia fatta da questa famiglia.

Le due versioni, semplicemente, non coincidono

Per l’ospedale, la madre sarebbe stata accolta in una area pre Covid, dove sarebbe stata testata. E considerando che in altri ospedali, non avendo protocolli simili, sono stati poi chiusi interi reparti, è una mossa giusta.
Per la famiglia, la madre sarebbe stata ricoverata direttamente nell’area Covid, e non c’è stata alcuna menzione di questo step ulteriore prima di essere ricoverata.
L’ospedale termina la sua smentita dicendo che questa area pre Covid é attiva da qualche giorno.
Saranno state le polemiche a velocizzare la sua realizzazione?

 

Qualche km più su, succede qualcosa di simile, anche se più tragico.

Siamo a Trieste, e qui una anziana signora cardiopatica viene ricoverata (nel reparto Covid) e muore.
Nel referto, viene iscritta alle morti da Coronavirus. Il figlio, avvocato, blocca la cremazione e chiede una autopsia : la madre è morta per arresto cardiaco.

 

Un paio di considerazioni

Esistono ospedali, all’interno anche della stessa città, che operano con protocolli differenti. Anche tra città diverse, in ospedali che dovrebbero avere gli stessi protocolli, vengono utilizzati protocolli differenti.
-E mi venite a parlare di comunità scientifica ?

Non è un problema che succedano cose del genere, diventa un problema quando si sottolinea con forza quanto linee guide e protocolli sembra che vengano dal cielo come un monolite sacro.

Esistono ospedali Covid ed ospedali non Covid : va bene. Quando però sono gli ospedali privati ad assumere il rango di ospedale Covid, scusate ma un attimo ci dobbiamo fermare. Non a caso, il tariffario sardo per questo periodo è aumentato del 30%
Grazie a decenni di politiche sgangherate, ci affideremo esclusivamente alla sanità privata?

Questi sono soltanto 2 casi che ho trovato in poche ore : quante altre volte sarà successo in questi 50 e più giorni?
Quante volte un anziano è stato ricoverato in area Covid senza tampone, esponendolo di fatto al contagio ed al rischio di morte?
Quante volte un anziano con patologie pregresse è stato iscritto al registro dei morti per Covid? Per questa domanda, la protezione civile più di una volta ci ha dato qualche indizio.

Da un lato sembra ci sia la fretta di voler etichettare le morti da Coronavirus, dall’altro sembra che si faccia, anzi c’è sicuramente, della confusione. Non penso che ci sia un “complotto” contro gli anziani, che sono soltanto delle vittime in questo momento di ipermedicalizzazione, però è come se avere dei grandi numeri potesse servire ad ingigantire tutta la questione. Funziona così, la mente lavora sulle fasce più deboli : anziani e bambini. Ormai eravamo abituati alla propaganda sul morbillo e le altre esantematiche, adesso ci si concentra sui più grandicelli. Siamo forse psicologicamente predisposti a provare più tristezza/compassione per chi ai nostri occhi sembra più debole? Proteggiamo bambini, proteggiamo anziani : il meccanismo che ci sta dietro è sempre lo stesso.
E dedico un pensiero anche agli anziani costretti nelle case di riposo, ancora più prigioni di quanto non lo fossero.
Sei in questi spazi, vedi sempre notiziari, cresce la paura, magari alcuni amici accanto a te da anni muoiono, e tu cosa fai? Muori. Non è fantascienza, può succedere. Non lo dimenticherò mai, ero veramente un bambino e mi trovavo in una casa di riposo, e chiesi ad un ospite “cosa fate durante la giornata?” e lui mi disse “aspettiamo la morte”.
Ecco, forse ho incrociato il signore sbagliato, però una situazione del genere può favorire un risultato così. Come esiste la forza medicatrice della natura, esiste anche il suo opposto.

Ma tutto questo, parole al vento.

 

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Autore dell'articolo: GG

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