“No al Green Pass”: si dimette direttore del Museo Cappella Sansevero

“No al Green Pass”: si dimette direttore del Museo Cappella Sansevero

“I musei sono per loro vocazione luoghi di inclusione e
non possono essere strumentalizzati”

Fabrizio Masucci, presidente e direttore del Museo Cappella Sansevero, uno dei monumenti più famosi e visitati di Napoli, scrigno di arte tardobarocca dove s’ammira il famosissimo Cristo velato di Giuseppe Sammartino, ha deciso di dimettersi dalla carica in segno di protesta contro l’applicazione del “lasciapassare” nei musei. Masucci ha dichiarato:

“…rilevazioni statistiche e ricerche scientifiche, giungono alla conclusione che di tutti i principali luoghi al chiuso aperti al pubblico (assodato che si osservino alcune basilari misure di sicurezza) i musei sono quelli in cui sussiste il minore rischio di contagio.

Alla luce di tali evidenze, constatate dal decisore politico che ha ritenuto e ritiene tuttora di poter tenere aperti i musei, l’obbligo di richiedere l’esibizione del green pass per l’accesso ai musei non è legato a valutazioni di carattere epidemiologico specificamente riferite ai contesti museali, ma è stato considerato esclusivamente uno strumento utile, fra tantissimi altri, allo scopo dichiarato (in sede di conferenza stampa di presentazione, lo scorso 22 luglio, del DL n. 10) di ottenere più numerose adesioni alla campagna vaccinale.

Senza assolutamente entrare nel merito dello scopo che ha inteso prefiggersi il Governo, obietto tuttavia che i musei non debbano e non possano essere strumentalizzati (nel senso letterale di ’usati come strumento’) per ottenere qualsivoglia scopo estraneo alle loro naturali finalità, specie quando tale strumentalizzazione contribuisca inevitabilmente a compromettere, invece che favorire, la coesione sociale, in aperto contrasto con una delle più intrinseche missioni di un museo.

(…) e viene richiesto a un museo di rinunciare alla parità di trattamento per motivi che non possono che essere recepiti come strumentali, in quanto non connessi alla tipologia di spazio e attività, intendo pacatamente ricordare che i musei sono per loro vocazione luoghi di inclusione e che l’accesso paritario all’arte e alla cultura, diritto di tutti, dovrebbe essere sacrificato solo all’esito di ogni sforzo possibile volto a evitare una simile ferita.

Mi auguro che le autorità competenti possano riconsiderare una decisione che coinvolge aspetti socioculturali di rilevante interesse collettivo, al fine di risparmiare almeno ai musei, riserva aurea di civiltà, lo scomodo ruolo di bersaglio delle intemperanze dell’arena mediatica. Ci sarebbero anzi le condizioni propizie per fare dei musei un sicuro ’spazio neutro’ in cui le persone, circondate dalla bellezza, possano ricominciare a conoscersi e riconoscersi, senza etichettarsi reciprocamente.

(…) In considerazione di quanto fin qui esposto, non posso però sottrarmi al più forte richiamo della mia coscienza, che mi induce a lasciare (dopo oltre dieci anni e mezzo) la presidenza e la direzione del Museo Cappella Sansevero. Spero che questa decisione venga intesa, qual è, come un semplice gesto di coerenza del mio giudizio e del mio sentire.”

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Autore dell'articolo: GG

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