Donna incinta con emorragia non può accedere in reparto e perde il bambino: non bastano due dosi senza il tampone.

Due dosi per entrare in ospedale non bastano

Abbiamo completamente perso il senso della misura

Una donna incinta perde il bambino per emorragia: aborto spontaneo nel parcheggio

 

Appena ho letto la notizia, sono saltato dalla sedia. E vi confido sottovoce che mi ha un po’ stranito e disgustato questo frame che riporto direttamente dalla Nuova Sardegna.

La responsabilità sarebbe del Covid. Quanto è bello, quanto è facile scaricare le responsabilità su qualcosa che non siamo noi.
Ed a giro ce la prendiamo con tutti, mai con noi stessi.
Queste sono le regole, bisogna obbedire.
Se questa follia collettiva porta alla morte indiretta come effetto collaterale di chissà quante persone, bisogna comunque obbedire alle regole?
Ps: il rapporto medico paziente era già morto prima di questa situazione. Uno dei paesi in cui le visite si svolgono più velocemente, e aggiungo che la mancanza di fiducia e la rottura del rapporto è assolutamente fisiologica in un mondo malato in cui la quasi totalità dei medici sostanzialmente..non fa il medico.

Cosa è successo?

A Sassari, si presenta al PS Ostetrico una donna alla quinta settimana di gravidanza. Si presenta e descrive i sintomi all’ostetrica. Lieve emorragia, e dolori addominali. Le chiedono se sia vaccinata e se abbia fatto il tampone da poco. Seconda dose, terza prenotata, ma nessun test covid recente.

Cosa fanno in Ginecologia? “Signora, senza tampone molecolare non può entrare in reparto. Non può farlo nemmeno oggi, bisognerebbe attendere lunedì. Torni pure a casa, monitori la perdita, eventualmente ritorni.”

I due ritornano al parcheggio, giusto il tempo di salire in macchina che l’emorragia diventa copiosa. Aborto spontaneo, la donna purtroppo perde il bambino.

Le parole della signora, che aspettava da cinque anni di poter avere un figlio.

“So benissimo che queste cose durante il primo mese possono capitare. E non voglio dire che una visita avrebbe potuto cambiare il destino. Ma io mi sento profondamente triste e arrabbiata, perché ciò che mi è mancata è stata la comprensione umana. Mi sono sentita messa da parte, perché penso che una visita a una mamma che sta male, che aspetta questo tesoro da cinque anni, sia un diritto sacrosanto. Mi avrebbe aiutato ad accettare tutto con meno amarezza».

Queste le parole del primario di Ginecologia, Giampiero Capobianco.

“In queste settimane siamo stati costretti a correre ai ripari. Un cluster interno sarebbe un disastro, dobbiamo proteggere le altre donne ricoverate in attesa di partorire. Per questo i casi più semplici, in assenza di un tampone, cerchiamo di risolverli nel pre-triage. La paziente ha parlato di una lieve perdita e di dolori addominali, è una situazione purtroppo frequente a 3-4 settimane di gravidanza, e gestibile a casa. La nostra raccomandazione è stata quella di tornare immediatamente, qualora l’emorragia non passasse o aumentasse. Noi vorremmo poter visitare tutti come prima, ma dobbiamo preservare il reparto. Nei giorni scorsi, grazie allo screening molecolare preventivo, siamo riusciti a intercettare otto donne positive. E le abbiamo potute gestire nella nostra area Covid. Ci dispiace davvero per quello che poi è accaduto alla paziente. Ma, è triste dirlo, noi non avremmo potuto cambiare le cose. Non almeno in una fase così prematura del feto».

Analisi velocissima di queste battute.

Insomma, la paziente ci ha detto che era niente di grave. E poi vedete quanto siamo bravi? Abbiamo intercettato otto donne positive! Erano malate? Erano contagiose? Non interessa, diamo una bella medaglia al primario per aver intercettato otto donne positive.
Alla Mattarella, la colpa è del virus, la colpa è sempre lontana da noi. Alla fine, persino aggiungere che non avrebbero potuto fare nulla. Il tempo è Gold Standard in medicina, prima si interviene maggiori sono le probabilità che un intervento abbia successo.
Dato che è medicina e non è matematica, avrebbe potuto evitare questo commento, dopo aver sostanzialmente (ma anche velatamente) responsabilizzato la signora per non aver detto che stava per morire ed era gravissimo.

Anche oggi, parole al vento.

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Autore dell'articolo: GG

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