Niente vaccino, niente cure: vedete che questo è l’inizio della fine

Niente vaccino? Niente cure!

Fioccano testimonianze da tutta Italia

 

Il Sistema Sanitario Italiano: fiore all’occhiello.
Da quando sono bambino, spesso torna questo orecchiabile ritornello.
Tutto gratuito tutto funzionale tutto bellissimo: impariamo a separare la propaganda da normali conversazioni?

I tagli alla sanità, gli ospedali che vengono chiusi da Nord a Sud, strutture che cambiano denominazione per non cambiare altro.. e siamo arrivati a questo punto: con sempre più prepotenza, viene rimarcato quanto i non inoculati siano un peso per il sistema sanitario.

L’insostenibile leggerezza del “e allora non ti curare”

Cosa vuol dire “e allora non ti curare”?

C’è un mondo dietro queste diciotto lettere, nove consonanti e nove vocali che racchiudono l’essenza della società in cui viviamo oggi.
Un mondo che si dichiara democratico, e poi te lo ritrovi fascista.
Un mondo che si dichiara inclusivo, e poi te lo ritrovi estremamente fobico delle diversità.
Un mondo che si nasconde dietro una maschera ed un trucco, patinato e sorridente: dietro la schiena ci sono soltanto coltelli.
Un mondo che si erge come libero, ma se non ti omologhi sei destinato alla emarginazione.

Questo lo voglio ripetere: se non ti conformi, sei sistematicamente destinato alla emarginazione.

 

In questi ultimi due anni, ho letto davvero troppe testimonianze del genere:
Senza, non mi fanno ricoverare
Senza, non mi danno l’accesso ai farmaci
Senza, non mi operano

Se per voi questo è un buon Sistema Sanitario universale e gratuito, evidentemente abbiamo divergenze sintattiche.

 

Persone con un tumore che non possono essere curate: succede in Sardegna

Ma ne stiamo davvero parlando come se ci potesse essere davvero una ragione?

Deve assolutamente raggiungere il “Gemelli” di Roma, dove deve operarsi per un tumore ma ad Olbia le negano l’imbarco perché ha solo una dose di vaccino: è accaduto ad una  donna di Cagliari ha dovuto rinviare l’intervento malgrado una certificazione medica attestante l’invalidità al 100%. Sua moglie si era vaccinata tre giorni prima ed era in attesa del Green Pass, necessario per viaggiare su ogni mezzo di trasporto, che però non viene rilasciato prima del 15mo giorno, mentre lei doveva essere al Policlinico Gemelli molto prima, e non per un’appendicite.

Le parole del marito

“Mia moglie doveva subire un intervento urgente mercoledì 12 gennaio al Gemelli di Roma, perché affetta da tumore. Avendo noi fatto il vaccino il 7 gennaio, e non essendo dunque ancora trascorsi i 15 giorni per l’arrivo della certificazione verde, abbiamo ottenuto dal nostro medico un certificato che attestava come io e lei, io come accompagnatore perché lei è invalida al 100%, potessimo partire. Prima di andare, per sicurezza avevamo fatto anche il tampone. Sotto la nave ci hanno chiesto il Green Pass, sostenendo che tutto quello che avevamo non bastava. Ci hanno mandato alla biglietteria, da lì al comandante, e poi di nuovo alla biglietteria. Si sono fatte le 22, e a quel punto non ci hanno fatto partire. Siamo dovuti tornare a Cagliari e mia moglie ha fatto tutto il viaggio in lacrime. Siamo segregati, ai domiciliari. Da Roma a Milano posso andare in macchina, ma da Cagliari? Dalla Sardegna? Questa è discriminazione, siamo in un apartheid”. 

Medical Apartheid

Siamo ormai al nono giorno di Apartheid Italico, con le restrizioni pronte ad aumentare.
Sono passati ormai tre anni: l’Omicron non fa paura, l’Autoritarismo abbastanza.

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Autore dell'articolo: GG

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