Cosentino, farmacologo: Non facciamo paragoni inopportuni tra vaccini e penicillina.

L’esempio è tra i meno calzanti

Paragoni inopportuni: vaccini e penicillina

Il post di un collega e caro amico mi ricorda che oggi è l’anniversario della scoperta della penicillina.
Anniversario convenzionale, intendiamoci: altre fonti indicano altre date,. Ma bene così.
Ora, il mio amico a sua volta riprende il post di un suo contatto Facebook che nella prima parte copincolla un po’ di storia di wikipedia e nella seconda parte ci mette di suo la considerazione che ai bei tempi si credeva nella scienza e dunque nessuno mise in dubbio la penicillina. Oggi invece (“signora mia”, mi viene da aggiungere…) siamo tutti diffidenti e – novelli San Tommaso – nei vaccini covid non ci vogliamo credere proprio (già, proprio loro: umiliati e offesi).

Le differenze tra penicillina e vaccini: NNT

Ora, dal mio punto di vista l’esempio è tra i meno calzanti: la penicillina salva le vite. Subito. E (quasi) sempre. E’ un farmaco che si dà a malati spesso gravi e che guarisce con regolarità cronometrica. Tanto è vero che ha un NNT prossimo a 1 (uno) per praticamente tutte le sue indicazioni. Che vuol dire che il suo effetto si vede subito, in ogni malato, e ogni malato ne beneficia con certezza. Nessun atto di fede: la penicillina funziona e te lo dimostra.
Per confronto, nelle condizioni migliori, cioè gli studi autorizzativi, i vaccini hanno un NNT di oltre 100, talora anche oltre 200. Ovvero vanno vaccinate 100-200 persone perchè almeno una di queste si risparmi un covid sintomatico di qualunque gravità. Il numero sale per le conseguenze gravi del covid. Per un decesso in meno i dati israeliani suggeriscono che vanno vaccinate 50-100.000 persone, questo negli adulti. Nei bambini il numero sale ulteriormente al punto da diventare difficilmente stimabile.

Le differenze tra penicillina e vaccini: effetti collaterali

E per quanto riguarda gli effetti avversi, la penicillina è straordinariamente ben tollerata (dà allergie, anche gravi, soprattutto se in precedenza è stata usata per applicazioni locali, ma abbiamo test per prevederle, le allergie, e farmaci alternativi se le sospettiamo: in altri termini non siamo costretti – spalle al muro – a prendere penicillina se temiamo effetti avversi). E comunque questi effetti avversi possono essere soppesati verso un beneficio preciso e immediato, che è la guarigione da infezioni gravi e spesso letali se non curate.

Una riflessione finale

Davvero il paragone regge tra penicillina, uno dei migliori farmaci di cui ancora oggi disponiamo, e dei vaccini che ancora stanno completando il percorso di valutazione ma che già sappiamo funzionano con vari limiti di copertura e durata, per non dire delle controversie sulla vigilanza sugli eventi avversi?
Personalmente, raccomanderei di essere onesti e verosimili sui benefici e sui rischi dei vaccini, che ne giustificano al momento unicamente la proposta in individui vulnerabili e a rischio di covid grave. Garantendo in ogni caso a ognuno una scelta libera, consapevole, informata e scevra da condizionamenti. Informata anche del fatto che il vaccino è una prevenzione di una certa utilità per una malattia che in ogni caso si cura, a condizione di aggredirla presto e bene. Si finirebbe per essere più credibili e magari per persuadere qualche persona in più
Marco Cosentino
Professore di Farmacologia
Università dell’Insubria

 

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Autore dell'articolo: GG

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