Come uno scemo qualunque smonta 100 filosofi

Come filosofi e intellettuali italiani, manifestiamo il nostro senso di disorientamento di fronte al fatto che nella discussione pubblica su temi come la vaccinazione anti-Covid19 e l’istituzione del Green Pass, il contributo della filosofia venga esaurito da pensatori come Giorgio Agamben, ed eventualmente alcuni colleghi, i quali rappresentano invece soltanto il loro punto di vista su questi temi. Riteniamo che sia importante dissociarsi dalle opinioni di Agamben (e colleghi) almeno sui seguenti punti.

Come scemo qualunque post-intellettuale, manifesto enorme sconforto nel notare come il contributo della filosofia valga soltanto quando è quella giusta, fatta dai giusti. I quali, ovviamente, rappresentano il punto di vista Divino sull’argomento.
100 vs 1? Bullismo istituzionalizzato praticamente, ma non è una novità.

 

1) Il contributo della filosofia nei confronti della scienza. Sebbene la filosofia debba certamente assumere un ruolo critico in relazione alla scienza, questo ruolo critico non può mancare di rispettare i risultati scientifici riportandoli non correttamente. Per esempio è falso sostenere, come ha fatto Agamben nell’audizione di qualche giorno fa al Senato, che i vaccini anti-Covid19 siano in una fase sperimentale: sono stati testati.

 

Ribadire come questi dispositivi medici siano in fase di sperimentazione fino al 2023 sembra superfluo, e anzi aggiungo che non sarebbe necessario ricordarlo. La filosofia deve avere un occhio critico, ma non sui “risultati scientifici”. Ma la domanda che un filosofo potrebbe chiedersi è: “secondo chi?” Quali sono questi risultati? Chi ce li porta all’attenzione? Serve essere filosofi per non rendersi conto di come l’industria farmaceutica abbia in mano l’intero settore farmacologico, agendo a suo piacimento proprio sui risultati?
Il rispetto prima di tutto.

 

2) La relazione dello Stato nei confronti dei cittadini. È improprio sostenere che ci troviamo in un’epoca in cui l’eccezionalità è diventata la regola, e che l’obbiettivo sia il controllo dello Stato sulla cittadinanza, sul modello di quanto fatto da forme di dispotismo come quello sovietico. Siamo di fronte a un’emergenza sanitaria. che non ha nulla a che fare con altre forme di emergenza (come la lotta al terrorismo). Tale emergenza richiede procedure che sempre sono state adottate in questi casi a tutela degli interessi della comunità: si pensi alla vaccinazione di massa svolta ai tempi del colera – 1973! – a Napoli.

Una emergenza sanitaria giustifica misure del genere. Poi sarà il turno di emergenze energetiche? Poi sarà il turno delle emergenze climatiche? In Italia, o filosofi dalla corta memoria, abbiamo avuto Gladio, il progetto SOLO, le stragi di Stato. Il nemico è stato il comunismo, poi il terrorismo, e poi? Come minacce fisiche praticamente sono rimasti soltanto gli alieni: è così improprio azzardare l’idea che questa sia soltanto una versione 2.0 della strategia della tensione?
Procedure sempre adottate: il sempre è davvero una parola molto pesante, non trovate? Implica che lungo tutta la storia dell’umanità, ma diciamo pure dagli inizi del XX secolo, ogni campagna vaccinale- figlia degli interessi della comunità- sia stata accompagnata da una sistematica esclusione dalla vita sociale e dal lavoro per quelle persone che sceglievano di non vaccinarsi?
E da filosofi, come dite anche voi critici sulla scienza, come è possibile considerare questa medicina come se fosse l’unica possibile e l’unica realizzabile? L’unica meritevole di definirsi tale?

3) La pretesa discriminazione tra cittadini. Contro quanto sostenuto negli stessi contesti da Agamben, che ha impropriamente, e offensivamente, paragonato l’adozione del Green Pass all’istituzione delle leggi razziali contro la popolazione di origine ebraica nel 1938, tale adozione non induce nessuna discriminazione tra classi di cittadini, avendo come suo scopo semplicemente la protezione della società nel suo complesso, riducendo la possibilità di contagio nell’incentivare le vaccinazioni. Sostenere il contrario sarebbe come sostenere che l’istituzione della patente di guida, fatta per limitare il più possibile il numero e l’entità degli incidenti stradali, determini una distinzione tra cittadini di serie A e cittadini di serie B.

Nel 1938, le motivazioni scientifiche erano tra le principali, non lo sapete? Avete mai sentito parlare di Eugenetica? Una vera specialità medica, con riviste e convegni in tutto il mondo! Si diffonde a macchia d’olio dagli Stati Uniti, fino a giungere in Europa: in Germania verrà toccato il punto peggiore. Ma c’era un buon motivo: preservare i buoni esseri umani, che avrebbero fatto progredire la società! Lo scopo di escludere e poi terminare persone diverse era semplicemente quello di proteggere la società nel suo complesso, per ridurre la possibilità che persone scadenti potessero riprodursi e garantire quindi soltanto il meglio.
Quando si mettono a paragone due elementi, tanto più questi due sono lontani tra loro come campo d’applicazione, tanto meno forza avrà il risultato: non c’è altro da aggiungere.

4) La pretesa repressione della libertà individuale. L’istituzione del Green Pass non comporta nessuna repressione della libertà individuale, essendo una condizione arcinota nelle comunità sociali che la libertà di una persona finisce quando lede la libertà di un’altra o le reca danno. Sostenere il contrario sarebbe ancora una volta equivalente a sostenere che l’adozione di regole di circolazione sia lesiva della libertà individuale di movimento.

La webstar italica degli ultimi anni ha fatto furore, a parlare di cinture di sicurezza incroci e semafori. Vale quello scritto nel precedente paragrafo, ed aggiungo che immaginare tutto sotto una metafora automobilistica, meccanica, tradisce l’ideologia riduzionista che sta dietro a queste parole.
Condizione arcinota a chi? Comunità sociali di che tipo, basate su quali valori? Sui vostri, ovviamente. Ma non lo specificate. Avrei gradito non so, una definizione di libertà? Come si applica questa al mondo della salute? Cosa vuol dire medicina?
Un discorso serio andrebbe analizzato, da parte di illustri professionisti professori, e sviscerato nella sua interezza, per cercare di arrivare a capire qualcosa di più, e per evitare di ricadere in dei tremendi slogan governativi.

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Autore dell'articolo: GG

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