Spagna: l’Alta Corte decreta che il vaccino HPV ha causato la morte di una giovane donna.

La giustizia riconosce ciò che le autorità sanitarie non vogliono riconoscere.

L’Alta Corte di Giustizia delle Asturie – Spagna – (TSJA) ha condannato il sistema sanitario delle Asturie per la morte di Andrea, una giovane ragazza spagnola che morì nel settembre 2012 dopo aver ricevuto la seconda inoculazione del vaccino anti-HPV.
La Corte ha riconosciuto la cattiva pratica degli ospedali di Giove e Cabueñes poiché non diagnosticarono la patologia, prima che fosse fornita la seconda inoculazione del vaccino che causò la morte della giovane donna.
La decisione della Corte è stata emanata a febbraio 2017.
Andrea era una giovane donna con una storia medica di lievi episodi di asma bronchiale. Quando arrivò la prima inoculazione del vaccino HPV il 23 luglio 2012 si ammalò di mal di testa e difficoltà respiratorie.
Anche se soffriva di una grave esacerbazione asmatica, ricevette la seconda iniezione il 23 agosto 2012, con un peggioramento improvviso.
Come conseguenza soffrì di crisi epilettiche e dispnea severa, solo 12 ore dopo aver ricevuto la vaccinazione.
Fu trasferita al reparto pediatrico dell’ospedale di Huca dove rimase nell’unità di cura di terapia intensiva fino a quando morì l’8 settembre.
La sentenza giudiziaria ha riconosciuto che esiste un nesso causale con il vaccino, fra la seconda inoculazione e la sua morte, nonostante il fatto che, al processo, l’amministrazione abbia approfittato del fatto che il vaccino sia pienamente approvato dalle agenzie regolatorie del farmaco in tutto il paese e che il Comitato di farmacovigilanza per la valutazione del rischio (PRAC) – per quanto riguarda questo caso report — abbiano determinato che non c’erano prove sufficienti per suggerire un’associazione causale con il vaccino.
Il paradosso di questo studio e la sua mancanza di rigore scientifico è chiaro, così come il fatto che il Comitato decise di mantenere un’indagine sulla segnalazione.
In Spagna l’associazione delle persone danneggiate da vaccinazione anti-Papillomavirus umano (AAVP) è stata impegnata dal 2009 a raccogliere nel nostro database molti altri casi di vittime colpite.
Abbiamo ripetutamente richiamato le autorità sanitarie spagnole a riconoscere le reazioni avverse, molti delle quali documentate nei database delle vaccinazioni anti-HPV, nei database dell’Agenzia europea del farmaco (EMA), in quello spagnolo e nella letteratura scientifica sull’ HPV.
Il caso di Andrea non è unico.
Ci sono almeno più di cinque report di morte raccolti nel database dell’Agenzia spagnola del farmaco e dei prodotti sanitari, poi senza menzionare tutti i rapporti raccolti nel database dell’EMA.
Nonostante tutto ciò, le autorità sanitarie e la società farmaceutica, continuano a negare il riconoscimento di qualsiasi reazione avversa. La più deplorevole di tutti è il fatto che incolpino le giovani donne del loro stato negativo di salute, stigmatizzandole, e tutto ciò facendo riferimento a problemi psicologici, una questione che naturalmente non ha alcuni fondamento scientifico, poiché nessuno studio epidemiologico dimostra la causalità delle reazioni avverse vissute da molte giovani donne e le vaccinazioni sostenute in Spagna.
Siamo spiacenti ancora una volta per le scarse prestazioni delle autorità sanitarie che non effettuano un’adeguata valutazione né sistema di monitoraggio, nonché cercare altrove invece di badare alla salute delle ragazze e giovani donne che hanno avuto la sfortuna di soffrire di reazioni avverse a seguito di una politica di sanità pubblica che sembra difendere altri interessi economici e politici anziché la salute di queste.
Non dobbiamo dimenticare che questa “immunizzazione” viene applicata a giovani in buona salute ed è anche nella sua fase di attuazione che i sistemi di farmacovigilanza dovrebbero agire con la dovuta diligenza e responsabilità.
Siamo felici che, per la prima volta, in Spagna, in un tribunale, sia stato riconosciuto il nesso di causalità di una reazione avversa col vaccino per l’ HPV.
Dimostriamo il nostro sostegno alla famiglia di Andrea perché, nonostante la loro disgrazia, sono stati supportati da una sentenza giudiziaria che finalmente li protegge.
È stato tempo di giustizia!”
Alicia Capilla
Presidente AAVP

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Autore dell'articolo: GG

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