Un virus mutevole : siamo sicuri che la vaccinazione sia la risposta?

Un virus mutevole : per noi, forse un vantaggio

Siamo sicuri che la vaccinazione sia la risposta?

Si discute moltissimo sulla grande variabilità genetica di SARS-CoV-2 e sul fatto che questo virus esista già come popolazioni di mutanti in diverse aree geografiche. Come forse molti sapranno, mi sono occupato di bioinformatica e analisi di bio-sequenze per 15 anni ed è per questo che la mia attenzione cade spesso sul genoma di questo virus e sulla sua instabilità intrinseca.

Cerchiamo qui di esporre brevemente alcuni dati salienti.

Analisi effettuate su ben 86 genomi di SARS-CoV-2 da diverse regioni geografiche (Cina, Australia, USA, Giappone, Francia, Germania, etc), hanno messo in evidenza (fino ad oggi) ben 93 punti di mutazione nel genoma virale rispetto alla forma cinese utilizzata come controllo, fornendo prova della rapidità di cambiamento che contraddistingue questo beta-coronavirus.
L’analisi è piuttosto semplice e ben conosciuta a chi si occupa di bioinformatica. Tutte le sequenze in oggetto vengono allineate per mezzo di un algoritmo chiamato CLUSTALX2 in modo che si riesca ad evidenziare con chiarezza in quali punti del genoma virale cadono le differenze.
Quello che si mette in luce è che buona parte delle mutazioni che il virus accumula, intaccano regioni importanti per la biologia del virus stesso, come ad esempio la regione ORF1ab o la Proteina Spike per mezzo della quale il virus “aggancia” le cellule dell’ospite. Tre mutazioni importanti sono state identificate proprio sulla Proteina Spike (D354, Y364, F367), mutazioni che potrebbero causare cambiamenti conformazionali della proteina stessa.
Buona parte degli anticorpi che una persona sviluppa a seguito di una infezione da SARS-CoV-2 sono proprio contro la proteina Spike, se questa dovesse cambiare a seguito di mutazioni è probabile che gli anticorpi non la riconosceranno più (perdita di immunità).
C’è di più. Gli autori dell’articolo in foto mostrano come le forme di SARS-CoV-2 in Giappone, in America e in Australia, abbiamo anche perduto alcune parti di genoma, fenomeno conosciuto come “delezione”. Questa è una modifica del genoma molto consistente che può avere esiti del tutto sconosciuti sulla biologia del virus. Una delle regioni genomiche che hanno subito delezione è la regione ORF1ab (come mostra la figura). Questa è una regione che viene utilizzata spesso come “bersaglio” per lo sviluppo di molti tamponi. Anche qui, se la regione cambia, si trasforma, i tamponi non la riconosceranno più.
Siamo di fronte ad un virus estremamente mutevole, con una grande variabilità genetica che potrebbe anche giocare a suo svantaggio, indebolendolo nel tempo così come accaduto per tanti altri ceppi virali.
Un saluto.
Pietro Buffa
Biologo Molecolare

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Autore dell'articolo: GG

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