“Voglio sapere cosa è successo a mio figlio!” Muore nella notte dopo l’inoculazione un 31enne di Asiago

Morte nel sonno: tragedia ad Asiago

Mattia era sano ed uno sportivo

«Voglio assolutamente sapere che cosa è davvero successo a mio figlio»

Riuscirà la madre a darsi pace?
Che situazione: ormai giornalmente leggiamo di giovani che se ne vanno per dei malori improvvisi o muoiono nel sonno.
Come ripeto spesso, è vero, la gente è morta e continuerà a morire. Se non lo avete notato, la morte fa proprio parte del nostro percorso, volenti o meno; non smetteremo mai di morire.

Quand’è che la smetteremo di morire?! Ecco il riassunto della situazione.

Questo non è un buon motivo per tacciare chi vuole saperne di più, così come il ricorrere allo slogan del rispetto per i morti quindi non bisogna speculare.

La storia di Mattia

Un ragazzo di Asiago, che avrebbe compiuto tra pochi giorni 32 anni, faceva il pizzaiolo. Il 30 Luglio si sottopone ad un trattamento sanitario sperimentale e approvato in via emergenziale, ed il giorno dopo non si sveglia più. Ha firmato il consenso, ha scelto di farlo: non sapremo mai quale motivazioni lo hanno portato a farlo: ci credeva, voleva viaggiare, sentiva di doverlo fare per la pressione sociale o per paura di perdere il lavoro.
La mattina dopo, il 31 Luglio, la madre trova il cadavere sul letto.
Queste alcune parole del legale, anche sindaco di Asiago:

«C’è anche un esposto pronto ma non ancora inviato, la procura si sta muovendo autonomamente su questa immane tragedia. Non si sanno ancora le cause di una morte che ha gettato nello sconforto tutta la comunità, quando si verifica una morte improvvisa di un giovane di 30 anni sono molti i punti di domanda che ci si pone; bisogna lasciare alla scienza medica capire se c’è un legame tra il decesso e la vaccinazione. La stessa famiglia non è contro il vaccino e non vuole colpevolizzare nessuno ma solo capire come un giovane sano possa morire nel sonno».

Alcune considerazioni: che doppio standard!

Certo, le parole del sindaco sono, se volete, diplomatiche. Partiamo dal presupposto che Mattia si è sottoposto a questo trattamento, e che la famiglia non vuole colpevolizzare nessuno. Eppure, se il figlio aveva già sofferto di miocardite, con una attenta anamnesi avrebbero potuto evitarlo. Ma, anche con una miocardite passata, per tutte le esperienze di cui ho letto, non sarebbe cambiato molto.

La scienza medica non troverà nessi causali, per come è strutturata: è triste da dire, ma questa non è scienza e non è medicina.

Mi ha fatto molto riflettere la considerazione dell’edizione veneta del Corriere

Vedete? La Usl si è immediatamente premurata di escludere eventuali nessi causali. Il quotidiano aggiunge che ci saranno degli esami, fatti per escluderlo – e non per valutare eventuali nessi causali. Spesso si confonde correlazione con causalità. Non solo, rincarano la dose per appurare eventuali correlazioni con la miocardite di 5 anni fa.
Nessuna domanda sulle capacità dell’inoculatore, di come è stata portata avanti l’anamnesi: l’autopsia è il contentino.

Quante difficoltà per la vaccinovigilanza: il “nessun nesso” è un ritornello

Se si conosce come funziona la vaccinovigilanza, consiglio la lettura qui del lavoro dell’Osservatorio Epidemiologico Pugliese, tanto diversa dalla farmacovigilanza, si scopre come mai c’è tanta discrepanza del giudizio. Oltre alla fisiologica dose d’imbarazzo da parte della EBM, che quando le cose vanno male si fanno orecchie da mercante, nella speranza che nessuno si accorga di quanto sia pericoloso portare avanti narrazioni come le loro.
Ma tant’è, so che saranno parole al vento, e nessuno pagherà per questa morte, ed ancora una volta questo trattamento sanitario verrà considerato come l’unica via d’uscita. Non è una questione di essere a favore o contro, ma è fondamentale riconoscere con quali meccanismi operino i media e le industrie farmaceutiche, e di come sia critico il discorso sulle percezioni.

 

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Autore dell'articolo: GG

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