Cantare dalla finestra non basta : dobbiamo cambiare abitudini!

L’errore – che stiamo pagando e continueremo a pagare tutti – è considerare la biologia umana come una sorta di assemblaggio di pezzi scollegati.

Possiamo aiutare il nostro sistema immunitario ad affrontare qualsivoglia patologia, favorendo le condizioni più idonee per il nostro organismo attraverso uno stile di vita sano.
Ci si può ammalare di Coronavirus, ma anche di malattie auto-immuni, psichiatriche e di tumori.
In linea di principio sono d’accordo sul divieto di assembramento, al di là della mia personale visione su questa emergenza sanitaria, ma trovo davvero aberrante vietare a una persona di uscire all’aria aperta per una passeggiata o una corsa in solitaria, o anche di spostarsi con la propria auto per raggiungere la propria campagna, come anche negare a un bambino giochi all’aria aperta con le stesse modalità precauzionali di cui sopra.
Trovo aberrante l’accanimento contro chi sta praticando attività che non solo non possono nuocere a nessuno, garantendo il metro di distanza, ma che possono salvare vite, stimolando positivamente psiche e corpo.
Così come trovo aberrante il fatto di non essere ancora riusciti capire (nonostante i moniti di scienziati da diverse parti del mondo), che presto, se non cambiano il nostro stile di vita – smettendo di sfruttare e mangiare gli animali – mancanza di acqua, carestie ed epidemie, con conseguenti conflitti e guerre, saranno all’ordine del giorno. Per il 2050 si prevedono scenari apocalittici di cui però a nessuno pare importi niente.
Al di là della particolare circostanza per la quale il Coronavirus si è diffuso a causa del consumo di carne, mentre mangiate gli animali e i prodotti del loro sfruttamento state distruggendo il Pianeta e tutti i suoi abitanti.
Non basta postare le vostre foto in mezzo alla natura, mentre 17 milioni di ettari di foreste tropicali scompaiono ogni anno principalmente a causa degli allevamenti.
Non basta esultare per le acque limpide di Venezia, mentre il settore zootecnico produce una quantità di gas nocivi quasi 5 volte superiore a quella prodotta da tutto il settore per i trasporti (automobilistici, aerei e navali).
Non basta mostrarsi solidali con i delfini che hanno riconquistato i loro spazi, mentre vi sedete a tavola mangiando ogni sorta di pesce brutalmente ucciso.
Non sono sufficienti le parole, non sono sufficienti i canti intonati dalle finestre, non sono sufficienti le politiche liberticide. Abbiamo bisogno di azioni responsabili e concrete. Dobbiamo avere il coraggio di abbandonare abitudini sbagliate, di uscire dalle zone di comfort che ci siamo costruiti addosso come delle ragnatele mortali.


Per il bene individuale e collettivo.
E approfittiamo delle attuali limitazioni, di questo momento di disagio per riflettere su quanto male stiamo facendo ad altri individui che – senza alcuna necessità per la nostra sopravvivenza – imprigioniamo e uccidiamo senza pietà. Gli animali che vivono reclusi nei recinti e nelle gabbie, senza alcuna possibilità di scampo, senza i nostri agi, soli, nell’indifferenza dei loro aguzzini – che siamo tutti noi ogni volta che andiamo a comprare un pezzo di carne o un litro di latte.
Che sia un punto di svolta, voglio ancora sperarlo.
Arianna Fioravanti

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Autore dell'articolo: GG

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