Chiudiamo il Casteller : basta prigionieri!

Dalla parte degli orsi ribelli. Sempre.

 

 

Fra il 1999 e il 2002 viene realizzato in Trentino il Progetto Life Ursus finanziato dall’Unione Euorpea, con finalità di ripopolamento degli orsi bruni, in quel momento in via di estinzione nella regione trentina. In quel periodo, evidentemente, qualche orso nei boschi fa bene al turismo ed alle casse regionali. Qualche anno dopo, ci si rende conto che l’orso Yoghi non è compatibile con un modello di turismo consumista e invasivo. Risultato ad oggi : 34 orsi fra scomparsi, uccisi, imprigionati, tra cui i tre attuali rinchiusi ( M49, M57, DJ3 ) negli angusti spazi del Casteller, una struttura gestita dall’Assocazione dei Cacciatori Trentini.
Ma gli orsi non ci stanno, come nel famoso caso di Daniza, uccisa dopo una lunga latitanza, la cui figlia è ora imprigionata proprio al Casteller.
O come M49, che è fuggito due volte, superando e forzando barriere e recinzioni apparentemente invalicabili, ogni volta catturato e rinchiuso dentro questa prigione.
Vogliamo far sapere ai mandanti politici di questo scempio che useremo ogni mezzo necessario per portare la nostra solidarietà attiva a questi ribelli, fino a che non sarà loro restituita la libertà negata. La classe politica che ha governato il Trentino ha più volte dimostrato tutti i limiti e l’ipocrisia che un’impostazione antropocentrica, rispetto alla convivenza con gli animali non-umani porta con sè. Ovviamente le cose non sono nè cambiate nè migliorate con la giunta leghista ( i machisti dei banchetti a base di carne d’orso ). Per questi figuri il territorio è un loro dominio da gestire in termini di “decoro”.
E così, esistono corpi conformi alle norme dominanti, autorizzati ad abitare lo spazio e a circolare liberamente, e corpi non conformi : corpi non conformi alle norme di genere, corpi senza documenti provenienti da paesi lontani, e corpi non umani che attraversano i boschi scegliendo la propria vita liberamente.
Questi soggetti indecorosi sono oggetto delle attenzioni di chi vuole fare del territorio una mera risorsa, un luogo di consumo, un luogo di controllo delle relazioni; ma sono anche soggetti che si ribellano come possono. Sono le mucche e i maiali che evadono dagli allevamenti e dai mattatoi, sono gli elefanti o le tigri che si rivoltano nei circhi e negli zoo, e tutti gli altri che non hanno neppure la possibilità di provarci.
Per noi è chiaro da che parte stare : con chi viola i confini per riprendersi la libertà.
Con M49 e con gli altri orsi reclusi.
Complici e solidali con la resistenza animale, smontiamo la gabbia.

Assemblea Antispecista

Inizia così la giornata del 18 Ottobre. Circa 500 persone da tutta Italia si sono radunati a Trento, per manifestare di fronte a quella che viene chiamata “centro di recupero della fauna alpina del Casteller” : un bel neologismo per una prigione non trovate? 
In questa prigione vivono 3 orsi, costretti in spazi angusti a vivere la loro vita. Sembra quasi che nascere sia stata la loro unica colpa.
Due hanno smesso di alimentarsi, il terzo presenta movimenti stereotipati. Stanno letteralmente impazzendo.
Soluzione? Psicofarmaci! E no, non è uno scherzo.

Poco meno di un mese fa, la situazione è esplosa a causa di una relazione dei Carabinieri inviati dal Ministero dell’ Ambiente per valutare lo stato degli orsi reclusi al Casteller :
“…Sia M49 che M57 saranno costretti per circa quattro mesi (tempi di realizzazione dei lavori di adeguamento) ad una detenzione in spazi per nulla ampi e privi di stimoli ambientali, così come per altro già evidenziato nella precedente relazione (relativamente agli aspetti di compatibilità delle attuali modalità di detenzione con lo stato di benessere dell’individuo, si rileva che la gabbia di preambientamento è apparsa assolutamente priva di qualsivoglia stimolo che faciliti l’insorgenza di comportamenti normali: ricerca del cibo, costruzione di un giaciglio, rubbing, marcatura del territorio, come ad esempio oggetti manipolabili, tronchi, fronde, corteccia, erba secca, fogliame, paglia, rocce, ecc. messi a disposizione quali arricchimenti ambientali).

Il non rapporto con gli altri animali

Poteva non esserci una manifestazione per mostrare che la questione non va bene? E questo sarà soltanto l’inizio.
Qualcosa che fa riflettere è il non aver dato dei veri nomi agli orsi detenuti al Casteller : M49..M57.. cosa sono se non codici identificativi?
Riusciamo quasi sempre a dare il peggio di noi quando ci confrontiamo con gli altri animali : fino a dove si spingerà l’arroganza? La supponenza di essere padroni e non ospiti di questo pianeta?
Prendiamocela con gli orsi, perché sono orsi.
Prendiamocela con i cinghiali, perchè sono cinghiali
Pericolosi, guidati dall’istinto, ecco perché bisogna disfarsene. Quante volte ho letto negli ultimi giorni di persone in macchina investite da un cinghiale. Volete proporre un esame di educazione civica per i cinghiali? O forse potremmo riflettere sul perché ragioniamo in questo modo, dato che il cinghiale non è che attraversa la strada, ma si trova li perché vive e ci passa. Fine della storia.

Da un lato nascondiamo la loro capacità di ragionare, dall’altra soffochiamo quanto più possibile la nostra animalità.

Abbiamo dato nel tempo questa accezione al termine animale, giusto? Qualcuno che non ragiona, che non riflette, magari volgare e che in poche parole manca di decoro, di senso civico. Ammantati da queste belle parole, i secoli sono passati e dove siamo finiti, e dove andremo a finire? Serve decoro o serve rispetto? Senso civico o collaborazione? Non perché i termini qui scritti siano esclusivi, ma per ragionare sul senso che diamo alle parole, ed anche alle intenzioni.
Fa ridere a proposito il comportamento di Fugatti, che appena uscito il report, si è arrabbiato. Non con i carabinieri, ma contro le associazioni che lo hanno divulgato, facendogli fare ovviamente una brutta figura. Il decoro ed il senso civico delle istituzioni, si?
Non c’è nulla di male nell’essere animale : parliamo di un essere senziente, parliamo di un essere in grado di prendere decisioni, vivere da solo o in gruppo, e tanto tanto altro.

Altre dichiarazioni da parte degli organizzatori

«Gli orsi sono rinchiusi in questa prigione solo per essersi comportati da orsi e non da peluche, come si aspetterebbe Fugatti. Vengono etichettati come “problematici”, ma è la gestione politica ad essere problematica. L’orsa DJ3 ad esempio è qui rinchiusa da 9 anni semplicemente per aver predato una pecora. Gli orsi devono tornare liberi. Il Casteller, deve essere chiuso oppure ritornare alla sua destinazione originaria: un vivaio a tutela del patrimonio boschivo. Le nostre mobilitazioni non termineranno che ad avvenuta liberazione.

I politici si appellano alla “sicurezza” dei cittadini in maniera del tutto strumentale, i fatti dicono che nei venti anni del progetto di ripopolamento Life Ursus si sono verificati solo quattro incidenti uomo-orso, e mai fatali. In tre casi le orse erano madri e difendevano i loro cuccioli. Negli stessi venti anni trentaquattro orsi hanno subito una ben più triste sorte: abbattuti, avvelenati, uccisi per “errore”, scomparsi, imprigionati.

Allo stesso modo è strumentale la protesta degli allevatori, che ricevono ingenti indennizzi dalla Provincia per ogni animale ucciso o danneggiato dai grandi carnivori. Ricordiamo anche che solo nell’arco alpino, ogni anno, si verificano in media centodieci attacchi di bovini a umani, che causano la morte di sei persone. Ma a nessun politico viene in mente di gridare alla problematicità di questi animali. Perché? Perché, politicamente, l’unico animale “buono” è l’animale utile, ossia quello sfruttabile, che produce reddito. Gli animali selvatici, in generale, vanno bene solo sulle copertine delle riviste, per attrarre turisti».

 

Il corteo, organizzato da Assemblea Antispecista, Centro sociale Bruno, Coordinamento Studenti medi Trento-Rovereto e Fridays for Future Trento, è arrivato fino ai cancelli della struttura dove alcuni attivisti si sono incatenati in segno di protesta mentre contemporaneamente un gruppo di oltre cento abbatteva oltre 70 metri della recinzione esterna.


Mi auguro che presto possano tornare liberi, e tornare ad essere orsi, e vivere della e nella propria animalità. Che queste non siano parole al vento, lo vorrei tanto.

 

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Autore dell'articolo: GG

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