E se succede nel ventunesimo secolo, con progresso e compagnia bella, cosa accadeva 200 anni fa?
Ricordate la marcia di Leicester, vaccinazioni calate al 5% e mortalità 32 volte inferiore? Ma saranno coincidenze et casualità
Andiamo negli Stati Uniti, vicenda del 2002 raccontata dal New York Times
Un bambino di 2 anni ha trascorso sette settimane in ospedale ed è quasi morto per un’infezione virale che ha ricevuto dalla vaccinazione antivaiolosa che suo padre ha fatto prima di partire per l’Iraq, secondo un rapporto del governo e dei medici che lo hanno curato.
Il bimbo si è ammalato all’inizio di marzo, due settimane dopo che suo padre è stato trattenuto dal partire e gli è stato permesso di fare un viaggio di ritorno a casa. Nelle settimane successive ha sofferto di insufficienza renale e ha perso gran parte della sua pelle a causa della malattia, l’eczema da vaccinazione.
Gli esperti hanno detto che il padre, che ha avuto l’eczema nell’infanzia, non avrebbe mai dovuto ricevere il vaccino perché questo fatto lo ha reso più suscettibile a effetti collaterali come l’infezione da vaccinia (il virus del vaccino, quello utilizzato per l’antivaiolosa. Diciamo della stessa famiglia, che dovrebbe dare una immunità crociata e come sintomi un “vaiolo leggero”. Peccato che possa diffondersi attraverso il sito di iniezione).
E hanno detto che i medici militari avrebbero dovuto essere doppiamente cauti perché anche il figlio soffriva di eczema e sarebbe stato altamente suscettibile alle infezioni.
Le procedure militari richiedono che i soldati e le loro famiglie si interroghino su queste condizioni. Questo in teoria, poi in pratica sappiamo cosa avviene, ad esempio grazie al progetto SIGNUM italiano
Il vaiolo è stato dichiarato ufficialmente eradicato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità nel 1979 e l’inoculazione di personale militare è stata sospesa nel 1990. Ma dopo gli attacchi terroristici dell’11 settembre 2001 e i successivi casi di antrace inviati per posta, il governo americano ha iniziato a vaccinare il personale militare e molti operatori sanitari, con 1,2 milioni di vaccinati nel marzo di quest’anno. Da quel momento, diversi casi sono stati segnalati.
Come un poco quei casi di poliomielite che venivano chiamati diversamente per evitare l’aumento del numero di segnalazioni, ma poi la sostanza era quella
Un resoconto del caso è stato pubblicato : è stato portato all’ospedale pediatrico dell’Università di Chicago Comer Children’s Hospital il 3 marzo.
Il Dr. Madelyn Kahana, primario di pediatria in terapia intensiva ha detto in un’intervista che il bambino era stato coperto con “tumuli di vaiolo” che gli hanno ricordato di foto di api che brulicano sopra gli apicoltori. “Sono un veterano con 25 anni di pratica nell’unità di terapia intensiva, e pensavo di aver visto tutto. Ma questo era qualcosa di stupefacente da vedere”.
Mentre il Dr. John F. Marcinak, un professore associato di pediatria che ha lavorato 16 ore al giorno con il bimbo, ha detto che nelle prime settimane del caso, “era davvero una toccata e fuga per le visite”
I medici hanno dato al ragazzo narcotici per renderlo inconscio e farlo smettere di soffrire. Hanno anche inserito un tubo di respirazione e lo hanno messo in ventilazione meccanica per contrastare i problemi respiratori che possono venire con dosi pesanti di narcotici. Un pò una fotografia della medicina, ma anche del mondo in generale : creare problemi e fornire soluzioni
Poi hanno lavorato con il CDC per ottenere le spedizioni di Vaccinia Immune Globulin Intravenosa. Hanno anche usato un farmaco antivirale, Cidofovir. Quel farmaco, che in alcuni casi è stato associato a problemi renali, può aver causato un’altra crisi in cui i reni del ragazzo hanno iniziato a fallire e il suo addome a riempirsi di liquido. E l’hanno tagliuzzato per togliergli la pelle e sistemare l’addome. Poi anche la madre si è infettata ed ha condiviso la stanza con il figlio, mentre veniva tagliuzzato
“Sembrava che stesse per morire. Poi la pelle è cresciuta ad un ritmo fenomenale. Guarito grazie alla buona cura, molta fortuna, e forse intervento divino”, un’altra frase del dottor Kahana. Praticamente non sanno come, ma è guarito. Almeno una storia a lieto fine.
Grazie vaccinazioni, un altro successo si aggiunge alla lista