Gli psicofarmaci uccidono : la storia di E.

Dottore, mio figlio sta troppo male, è sedato. Non riesce a stare in piedi, barcolla, è assente.

Va bene signora, lo porti da me tra 10 giorni.

Non potrei portarlo da lei per una visita questa mattina?

Ma perchè mi ha chiamato sul cellulare? Non abbiamo un rapporto privato, vada al Sert.

Questa è l’ultima conversazione avuta con lo psichiatra che aveva in cura il figlio, quando E. era ancora vivo.
Siamo in Campania, e qui una madre ormai piange la sua scomparsa, per colpa degli psicofarmaci.
Sono bastati 14 giorni per far saltare il banco.

“Da alcuni anni mio figlio era in cura da uno specialista, che recentemente ci aveva consigliato di rivolgerci al centro di salute mentale di Poggioreale” così la madre introduce questo ultimo capitolo della sua storia.
Il 3 luglio, i due membri della famiglia incontrano al centro il loro prossimo psichiatra.
Lo visita, e lo invita a ritornare per un secondo appuntamento il 23 luglio.
Chiaramente, gli prescrive una nuova terapia a base di psicofarmaci

“Era molto più che sedato, passava tutta la giornata nel letto, non aveva nemmeno la forza di alzarsi” e questa situazione ha spinto la madre, il 12 luglio, a chiamare lo psichiatra cercando aiuto.
Avete letto la conversazione ad inizio articolo?
Quelle sono le parole che si sono scambiati i due.
Il medico un po’ annoiato, disturbato dalla chiamata di una madre che vede il figlio spegnersi davanti ai suoi occhi. Signora, non è un problema mio : chiami il Sert.
A questo punto, era solo una questione di tempo : il 17 luglio, E. muore, trovato esanime nel letto da sua madre.

Ecco, ci sono diverse chiavi di lettura che possiamo analizzare.

1) L’empatia dei medici : è vero, avendo ogni giorno contatto con la morte e la sofferenza, è difficile stabilire dei legami e dei rapporti, lo capisco. Sappiamo già che chi studia medicina, rischia di perdere il suo lato empatico, ma è qualcosa su cui si deve discutere molto di più. Va bene non comportarsi da fratelli di sangue, ma nemmeno da estranei.

2) Non basta la laurea : per essere medico, non è una condizione sufficiente o necessaria. Per fare il medico, almeno nel senso convenzionale del termine, è necessario ma non basta! A cosa servono 10 anni di studio se non sei in grado di riconoscere delle situazioni che vanno al di là dei protocolli e delle nozioni che hai imparato nelle aule d’università?

3) Maledetti protocolli : per carità, è possibile che lo psichiatra abbia rispettato le linee guida. Purtroppo, sappiamo che non vuole dire nulla. Parliamo di fogli standardizzati, che non valutano la persona che si trovano davanti. E dai protocolli potremmo arrivare al modo in cui il mondo medico, almeno una parte, visualizza il paziente.
Sempre frammentato, sballottato tra specialisti a destra e sinistra : un regno di pillole e confusione
Questo è ciò che serve in fondo.

4) Farmaci, terza causa di morte in occidente : prendiamolo sempre come un reminder, per ricordare quanto sottile sia la linea tra farmaco e veleno, tra qualcosa che può aiutarti e che può ucciderti.
E se sono la terza causa di morte, fino a che punto hanno inciso sul miglioramento delle nostre vite? Quantità non equivale a qualità, voi che dite?

Anche queste, come sempre, saranno parole al vento

 

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Autore dell'articolo: GG

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