Coronavirus : cosa ci riserverà il futuro? L’ultima era

Coronavirus, tecnocrazia scientifica e tanto altro

 

Quali sono le cose da dire in una situazione del genere? Quale è il primum movens da cui è partito tutto? Non mi piace limitarmi al binarismo, al trovare un singolo colpevole. Queste due situazioni portano alla polarizzazione, alla ricerca di un nemico : insomma, il binarismo fa il gioco del potere.

 

Penso che si possa analizzare il momento in cui stiamo vivendo sotto diverse prospettive, a diversi gradi di profondità. Tenendo sempre presente che non c’è nessun grado di separazione.
Abbiamo una motivazione economica, una scientifica, una geografica , una psicosociale .

 

Si è sempre detto segui i soldi. Perchè seguendoli puoi capire quali sono gli interessi dietro ciò che avviene nel mondo. E direi che quando segui i soldi, difficilmente si sbaglia.

Voleva essere un modo per colpire l’Italia, voleva essere un modo per bloccare l’economia cinese, voleva essere un modo per favorire la Germania

Ecco perchè ripeto che non è mai una singola responsabilità ma cerchiamo di guardare l’insieme, ed anche queste frasi.
Ogni Stato, considerato come macchina di produttività, avrà ripercussioni negative da un punto di vista economico e sociale, perchè sono tutti legati tra di loro, tra importazioni ed esportazioni di beni e capitali, ovviamente anche umani. Si, è anche possibile che ci sia qualche autorità in grado di guadagnarci qualcosa da questa situazione, non lo escludo mica.  Bisogna sempre chiedersi con quali occhi stiamo osservando la situazione. Quale è il nostro spazio, quindi il nostro vissuto. Quale è la nostra visione di scienza, salute e malattia. Quale è la nostra visione del mondo.

Detto questo, ci saranno e ci sono delle persone che avranno grossi introiti, che sfruttano bond et similia per guadagnare sulla malattia e sulla morte. Non è certo una novità, è già stato fatto in passato. Lo abbiamo visto con Ebola, lo stiamo vedendo con questo.
E che l’ OMS sia gestita fondamentalmente da privati che svolgono il loro interesse, è cosa altrettanto nota.

Quindi sì, ci sono assolutamente interessi economici sulla famigerata questione Coronavirus.
Ma voglio pensare, parere personale, che sia la visione più superficiale. Non perchè banale e ridondante, ma perchè per quanto possano essere ricchi alla fine non si porteranno niente con loro.

Ognuno di noi vive uno spazio diverso, ed in base a quello spazio forma il proprio carattere.
Ecco, geograficamente possiamo distinguere zone centrali e zone periferiche. La narrazione è pesantemente influenzata dalla geografia : la visione dei fatti cambia dalla Cina all’Italia, e viceversa. Noi da qui, immaginiamo l’Europa, o meglio, il mondo industrializzato, come centrale : tutto il resto è periferico.
Non solo, i problemi del margine diventano un vero problema esclusivamente quando riguardano anche il centro

Sui media troviamo notizie su notizie  pregne di parole sull’epidemia del momento, mentre fino al momento in cui il problema non ci riguardava direttamente, si tendeva a parlare d’altro o minimizzare ciò che stava succedendo dall’altro lato del mondo.
Ed è qualcosa che adesso, in questo momento, avviene con altri problemi sanitari : tumori, malattie del benessere, morti per inquinamento.
Quando vediamo qualcosa come lontano, anche il relativo pericolo viene percepito in maniera minore o quantomeno differente.
E non ne parliamo : geograficamente il colpevole siamo noi.

Non c’è un virus da combattere, un particolare territorio da cui essere terrorizzati : non c’è il nemico, non c’è la polarizzazione, non c’è narrativa.

Una scientificità soggettiva, per cui alcuni problemi sono più drammatici di altri semplicemente per il fatto che siamo in grado di puntare il dito contro qualcuno diverso da noi, qualcosa che non è nel nostro spazio.  Stupefacente, se vogliamo, è la nostra capacità di eludere noi stessi : pensiamo alla maniera in cui siamo noi a trattare la terra. Alla maniera in cui trattiamo gli altri animali ed ogni territorio del pianeta. Alla plastica ed alla acidificazione degli oceani, alla perdita di habitat, all’estinzione della maggioranza delle specie animali presenti sul pianeta.
Esistono poi sub-zone geografiche : anche il centro ha il suo margine. Se per la narrativa principale, per lo scienziato che sta al centro, c’è da spaventarsi, tutto viene chiuso per precauzione, i morti si accumulano senza l’etichetta, non è così dallo scienziato che sta al margine. Qulcuno che ha rifiutato il centro, pur appartenendo al centro. Quelli che hanno scelto il margine, cercano di tranquillizzare la popolazione e ricordano che i morti soprattutto sono legati a patologie precedenti e preponderanti. Persone all’interno dello stesso cerchio che rifiutano di aderire alla propaganda.

 

Ed è molto difficile che le persone marginali del centro riescano ad influenzare chi invece nel centro ci sguazza.
Al contrario avviene molto più spesso, con il centro che sfrutta ed opprime il margine.

 

 

Arrivano le note dolenti.

Fino a questo momento, la scienza è sempre stata il braccio destro del potere temporale, qualcosa che è stata utilizzata in vari periodi della storia per legittimare il dominio. Non esiste e non è mai esistita una comunità scientifica, al massimo parliamo di un paradigma temporaneo che vive nell’attesa di essere confutato.

Mi soffermo brevemente sulla analisi medico-scientifica del Coronavirus, lo hanno fatto già in tanti. Nel frattempo, assumiamo un po’ di Vitamina C. Sappiamo che in Italia la quasi totalità dei decessi è legata a persone oltre gli 81 anni di età con patologie in corso, e che al momento quello che sembra più preoccupante è la volontà di impedire i contagi soprattutto perchè la sanità pubblica è a pezzi e non ci sarebbero eventualmente abbastanza posti letto.

Ecco che poi si fondono le motivazioni, ognuna di loro è un filo intrecciato con le altre
ed alla fine quello che ci resta è un gomitolo

Ci tengo poi a sottolineare che il tampone non viene fatto a tutti in caso di influenza, e la quasi totalità dei positivi è asintomatica. Aggiungiamo anche il fatto che i ricoverati si bevono un cocktail farmacologico davvero non indifferente, tra retrovirali ed antibiotici.  Detto questo, non è compito mio minimizzare o tantomeno portare in ebollizione la paura latente che vive dentro di noi grazie alla società in cui viviamo.
Curioso poi il comunicato della Boiron, nota azienda di farmaci omeopatici, di qualche giorno fa : in soldoni, affidiamoci alla Medicina Ufficiale! Antipasto di un futuro poco radioso?
A proposito, riporto una citazione di qualche giorno fa sul concetto di paura e malattia.

Il collegamento corpo mente spirito si è sempre saputo, anche se empiricamente. Ormai, grazie alla PNEI, anche i meccanismi fisiologici sono usciti allo scoperto. E dall’altro lato, mi sento più vicino a Bechamp che a Pasteur : è il terreno che condiziona ed influisce sulla possibilità di ammalarsi.
Piovono letteralmente miliardi di microrganismi dal cielo, ed altrettanto letteralmente noi siamo più batteri che cellule umane.

La malattia è un gioco di probabilità

Ricordiamoci, ma senza darci troppo peso, che tutto questo è composto da un mucchio di atomi che sbattono tra loro, e prima o poi torneremo ad essere quello che eravamo prima

Non per questo bisogna fregarsene, però un bel respiro può aiutare.

Le parole iniziali del paragrafo precendente parlavano praticamente di una dicotomia, una separazione tra la politica e la scienza, dove la seconda veniva appunto utilizzato come strumento per legittimarsi.

Che l’emergenza attuale sia un cavallo di Troia per superare tale separazione?

Abbiamo visto che in effetti è stata effettuata una simulazione di pandemia, proprio a partire da un Coronavirus, grazie ai fondi della Bill&Melinda Gates Foundation. Sappiamo che persone guadagneranno da questa situazione. Ci sono delle persone che non possono letteralmente lasciare i loro comuni, ormai spenti e militarizzati. E vediamo poi le trasformazioni di questa narrativa all’interno del nostro tessuto sociale, e di come questa narrativa sia influenzata dallo spazio. Come dicevo, un gomitolo.

Italia laboratorio apripista mondiale delle vaccinazioni qualche anno fa, sulla base del nulla. Adesso così, perchè non pensare a questa soluzione?

Immagino abbiate capito che le diverse motivazioni in questo articolo siano state accompagnate da una immagine : abbiamo quella sui soldi, quella sulla geografia, quella sulla scienza. E questi umani incravattati chi sono?

Diciamo che è una distopica risoluzione della situazione? Un esempio del superamento di questa dicotomia? L’arrivo sulle nostre tavole e sui banchi del supermercato della tecnocrazia scientifica?

Loro sono i protagonisti di un anime, Psycho-pass : un mondo letteralmente dominato dalla tecnocrazia scientifica. Le macchine che decidono chi entra e chi esce dal paese, le persone che eseguono ordini da una scienza immanente ed ormai computerizzata, dove il controllo lungo le strade è totale, e basta deviare un minimo dalla norma per essere etichettati come malati, e se rifiuti le cure che sono obbligatorie, ecco che arriva la detenzione e poi anche la morte se necessario.

Tutti i cittadini sono controllati, ed è un algoritmo privo di sensibilità che governa la tua vita, dove la libertà è soltanto qualcosa di apparente.

Abbiamo tutti gli ingredienti : la paura del diverso, l’abbandono alle parole delle istituzioni sanitarie, la politica che finalmente si mette ai piedi della scienza. Una scienza che è quella unica, quella centrale, quella che funziona.
Bisogna resistere da questa idea, e tentare di decostruirla.

Come dicevo all’inizio, non c’è nessun grado di separazione. E qui finisce questa piccola analisi sull’epidemia del momento. Parole al vento, as usual

PS :  Mentre qui tentiamo di discutere cosa c’è dietro al Coronavirus, nel resto del mondo ci sono le guerre, combattute con le armi e non, ogni anno mezzo milione di persone muore di malaria soltanto in Africa, un miliardo di umani non ha accesso all’energia elettrica ed all’acqua potabile, e ogni secondo migliaia di animali vengono uccisi senza motivo.

E questo ve lo riassumo così : la dinamica del dominio.
Che poi può manifestarsi in tante forme, e colpire tutti noi.
Ed è quella da cui dobbiamo difenderci, quella che dobbiamo combattere.
Per cui al massimo propongo questo :
nonostante le paure, e le diffidenze, non smettiamo di avere fiducia nel prossimo,
e portiamo con noi sempre una grande dose di rispetto, verso tutti.

Commenta

Autore dell'articolo: GG

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *