Modella britannica muore 19 giorni dopo la vaccinazione: la storia di Stephanie

Stephanie Dubois muore 3 settimane dopo la vaccinazione

Provax e Novax sono soltanto etichette: non arrendiamoci alla paura

“Stephanie è davvero una persona eccezionale con cui lavorare, la sua conoscenza delle luci e dei setting quando scattiamo aiuta davvero tanto. Le interessa davvero che tu riesca a scattare le foto migliori.”

“E’ un piacere scattare con Stephanie, e lei partecipa attivamente con idee, suggerimenti e creatività. Mette talmente tanta intensità nelle sue pose che è impossibile scattarle una brutta foto.”

Questo è quello che raccontano di lei sulla sua bio, nella quale Stephanie si definisce una persona molto creativa, versatile e sempre pronta a qualsiasi evenienza.

“Adoro il mio lavoro e l’opportunità che ho per esprimere la mia creatività”

Opportunità che non avrà più. Vaccinare è un requisito per lavorare, la nostra società funziona in questo modo, che sarà mai una punturina? Chissà se e chissà quale di questi pensieri avranno girovagato nella sua mente prima di farlo. Abbiamo perso la capacità di difendere il nostro corpo? Un medico avrebbe considerato l’età di Stephanie, le vere probabilità per lei di ammalarsi e morire, e le avrebbe ricordato che non avrebbe mai potuto obbligarla a iniettarsi un prodotto autorizzato in via d’emergenza, del tutto sperimentale. Tuttavia, non c’è più tempo per recriminare o disperarsi: la vita di Stephanie si è spenta dopo una lunga agonia, ed è pure stata oscurata da Facebook- strano vero? 

La storia di Stephanie

Il 4 Maggio, Stephanie viene inoculata con il preparato della Astrazeneca. Una emoji sorridente, che certifica quanto fosse voluto il momento, nonostante la paura tremenda per gli aghi. Non le è piaciuto, lo avrebbe evitato se possibile? Io direi di si. Penso a quelle storie di persone che piangono e si sentono sollevati post vaccinazione, ed è presto detto: parliamo di un rituale, di un momento di liberazione, grazie alla campagna mediatica martellante. Non credo ci sia tutto questo amore e passione per la Scienza, ma soltanto la voglia di non essere più oppressi, e cosa vuoi che sia una punturina per la libertà?

Dieci giorni dopo, il crollo

“Ero così felice di aver registrato il sold out per l’evento in una villa a Cipro questo weekend. Mi sono svegliata bene, e nel giro di un’ora il tutto il mio corpo era in preda di tremori, le articolazioni irrigidite, non riuscivo a respirare e sentivo il freddo penetrare nelle mie ossa, accompagnato il tutto da spossatezza e mal di testa. Pensavo di aver preso il Covid! I miei genitori mi hanno aiutato e mi hanno portato a fare un tampone, fortunatamente negativo.. ma comunque non spiega quale sia il problema.
Per questo motivo, sfortunatamente dovrò posticipare l’evento e scriverò a tutti per scusarmi di quanto accaduto. E per fortuna posticipare l’evento va bene agli organizzatori.
Adesso, fatta un’endovena, sono pronta ad una serie di esami sul sangue, sperando di capire quale sia il problema.
Mi spiace per tutte le persone che ci sono rimaste male, ero davvero pronta ed impaziente a trascorrere questo weekend, ma spero che anche voi sarete felici di venire alla nuova data con me.”

 

I risultati dell’esame del sangue

“Grazie davvero di cuore a tutti per gli auguri e per le belle parole, grazie a chi lavora con me per la sua comprensione. Sono arrivati i risultati del sangue e c’è sicuramente qualcosa che non va, i miei globuli bianchi sono troppo alti, ma i medici non sanno il motivo. I medici qui sono davvero competenti e questa domenica faremo un check insieme delle mie condizioni di salute. Forse sto avendo una reazione tardiva alla vaccinazione, oppure la vaccinazione ha determinato un indebolimento del mio sistema immunitario e mi sono ammalata a causa di qualcos’altro. Sono completamente scarica, prosciugata e senza energie e mi fa male tutto il corpo con le articolazioni deboli ed indolenzite.. ma perlomeno sto meglio di stamattina. A dirla tutta, questa mattina ho avuto davvero paura. Ho ripulito l’agenda dagli impegni settimanali e mi prenderò questo tempo per prendermi cura di me e stare meglio. Grazie a tutti per il vostro amore.”

Il 14 Maggio dunque, un crollo delle sue condizioni di salute. Stephanie si chiedeva: sarà una reazione alla vaccinazione? Forse qualcos’altro? Da notare il suo atteggiamento comunque positivo nei confronti dei medici che non avevano saputo,o voluto, darle nessuna risposta. Magari tentava di scacciare la paura, nel sottolineare come potesse essere qualcos’altro; forse non poteva accettare di star male per qualcosa che aveva scelto di fare? Anche queste, alla fine dei conti, sono soltanto supposizioni.

I’m done being ill: e Facebook la oscura!

Dopo quei test, Stephanie ricorda con ironia quanto non amasse gli aghi: nonostante la situazione e la stanchezza è rimasta lucida fino alla fine. Non sopporto più l’essere malata.

In che senso oscurata da Facebook? Avendo iniziato a parlare del Covid e delle vaccinazioni, letteralmente una manciata di post eh, probabilmente non era buona pubblicità, e quindi il social ha scelto di impedirle l’ingresso nei gruppi. Ed è la stessa Stephanie a raccontarlo, rimarcando ancora, persino in questa situazione, come praticamente non si sognerebbe mai di sconsigliare la vaccinazione a qualcuno. Lei è stata quella che si è beccata l’effetto avverso e pace. Alla luce delle sue parole, a cosa possiamo pensare? La propaganda mainstream ha sicuramente fatto il suo dovere, rendendo Stephanie inerme di fronte ad alcune riflessioni che sarebbero state ideali in questa situazione. Ma, anche qui, stiamo solo supponendo secondo il mio modo di vedere le cose.

La fine della storia

Emorragia cerebrale causata da una alterazione delle piastrine legata alla somministrazione del prodotto di Astrazeneca

Il 23 Maggio si spegne Stephanie, a soli 39 anni.
Vittima di una propaganda che ha fatto breccia dentro di lei.
Vittima di una macchina tremenda, quella del complesso scientifico tecno-industriale.
Vittima di una società utilitaria, per quelli che “dai è soltanto 1 su un milione”.
Una morte evitabile? Sicuramente.

Non c’è nulla di male nel dire che i farmaci uccidono. Non c’è nulla di male nel ricordare che ognuno abbia facoltà di scelta sul proprio corpo. Non c’è nulla di strano nell’opporsi ad un trattamento sperimentale, potenzialmente mortale.
Possiamo intanto fare un bel respiro, fermarci un attimo, e mandare un abbraccio alla famiglia ed agli amici di Stephanie.

Che non restino parole al vento

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Autore dell'articolo: GG

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