Non possiamo essere certi della “selezione naturale” del virus.

La selezione “naturale”

In una lettera alla rivista Nature Medicine, degli scienziati (e il fondatore di una ditta di biotecnologie) sostengono che il virus Sars-CoV-2 non potrebbe essere stato manipolato in laboratorio perché la sua alta affinità per i recettori ACE2 non era programmabile a tavolino. Non sarebbe prodotto di ingegneria genetica.

Secondo quella opinione, la pandemia sarebbe conseguenza della “selezione naturale” di un virus dei pipistrelli passato all’uomo dopo una casuale mutazione.
In fondo è la storia del mercato di Wuhan che ci siamo sentiti raccontare dal primo giorno, dalle prime ore, anzi si sapeva già prima.
Certo la teoria della selezione naturale (il “caso” e la “necessità” reggerebbero le sorti del mondo) è talmente radicata nella cultura moderna sin dalle scuole elementari che viene facilmente accettata. Si sa che Darwin è stato pure aggiornato da Monod.
Infatti la letterina ha fatto il gito del mondo in poche ore e ha avuto ad oggi 2 milioni di lettori.
Scienziati italiani si sono affrettati a presentare questa opinione come una dimostrazione irrefutabile.
Ma…
Gli studiosi dimenticano un particolare: il concetto di selezione naturale non si applica solo alla Natura come Dio (per chi ci crede) o il Caso (per chi ci crede) la hanno creata, ma anche alla realtà biologica come l’uomo sa manipolare.
Essa ha consentito ad esempio di selezionare i semi più nutrienti, o quelli più redditizi.
Nel caso dei virus e dei batteri coltivati in laboratorio, la mutazione può essere spontanea o indotta (con farmaci e radiazioni) e il microbo mutante può essere selezionato mettendolo in coltura (su cellule i virus, su opportuni terreni i batteri).
Ad esempio, se qualcuno seminasse un virus di pipistrello su uno strato di cellule di epitelio respiratorio umane, potrebbe in poco tempo e solo un pizzico di fortuna selezionare i mutanti capaci di infettare l’uomo.
Fra l’altro, questo tipo di selezioni di virus o batteri in laboratorio sono talmente efficienti che sono state usate per produrre i vaccini MPRV, Polio, Rotavirus e BCG, con la differenza che in tal caso sono stati isolati ceppi meno patogeni.
I ceppi patogeni, cioè capaci di infettare e danneggiare le cellule sono normalmente prodotti e usati per scoprire farmaci che li blocchino.
Non è un mistero che ceppi così prodotti siano coltivati e usati per programmare armi biologiche.
Con questo non voglio sostenere l’origine artificiale del Sars-CoV-2 (l’argomento è molto più complesso), né sostenere che una eventuale uscita dal laboratorio supertecnologico di Wuhan sia stata voluta (a questo complotto credo poco).
Voglio solo far notare come l’argomento citato nella lettera a Naturenon dimostra l’origine naturale del virus.
Il pericolo delle bufale si trovi anche nelle riviste scientifiche di alto bordo. Come per tutte le bufale, anche quelle di alto bordo vengono facilmente credute quando fanno comodo per confermare delle nostre idee preconcette.
In fondo, qui voglio solo mettere in guardia rispetto ad un’idea tanto preconcetta quanto diffusa: la presunta infallibilità e l’innocenza “per definizione” della tecnologia biomolecolare. Uno strumento bellissimo, utilissimo e potentissimo che l’umanità dovrebbe utilizzare con prudenza massima e sotto stretto controllo.
Paolo Bellavite

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Autore dell'articolo: GG

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