Autorità : potere determinante che la volontà di una persona esercita sulla volontà o sullo spirito di altre persone
Lo zelo delle forze dell’ordine nell’emanare multe è soltanto un sintomo di questo problema.
Premessa
Al momento della nascita, fino a prova contraria, siamo tutti umani. Biologicamente facciamo parte della stessa specie. Poi che sia culo, karma, caso, ognuno e ognuna di noi crescerà in un contesto diverso.
L’importanza dello spazio.
Lo spazio in cui nasciamo determina il colore, determina l’aspettativa, condiziona fortemente il nostro impatto sul mondo ed il nostro pensiero. Allo stesso tempo, il tuo spazio è influenzato dalla tua famiglia, quando c’è, per cui ecco che arrivano altri condizionamenti. Crescendo, impariamo a confrontarci con il diverso da noi, impariamo a riconoscere l’altro. Più andiamo avanti, più veniamo, anche forzatamente, a contatto con le diverse sovrastrutture che regolano la nostra società : la chiesa e i suoi preti, la scuola e gli insegnanti, le forze dell’ordine, lo stato con la sua burocrazia. Praticamente una società comandata da finzioni
L’importanza della percezione.
Svilupperemo, nei confronti di queste sovrastrutture, dei pensieri : pensieri che saranno influenzati dallo spazio, dalla famiglia, dall’altro, dalle sovrastrutture stesse, dalla società in cui viviamo.
Impossibile slegare il singolo dalla realtà multifattoriale in cui ci troviamo.
e qui arriva la magia.
Alcune persone ci dicono, sin dalla più tenera età, quello che possiamo fare, quello che dobbiamo fare, quello che non dobbiamo fare. Perché siamo piccoli, o perchè non abbiamo capito, o perchè sanno loro quello che è meglio per noi, o perchè si è sempre fatto così. Più invecchiamo, più le cose rimangono uguali : cambiano i soggetti, ma il concetto di autorità rimane. E, fondamentalmente, ci abituiamo a vivere ed a convivere con queste persone.
Mi è sempre stato detto che sono poche le persone in grado di governarsi da sole, per cui c’è bisogno di qualcuno che governi le altre. Ma se sono pochi quelli che riescono a governare se stessi, non saranno ancora di meno quelli che riusciranno a controllare gli altri?
Ascoltiamo gli insegnanti, che ci dicono come e cosa ripetere. I medici, che ci dicono quale farmaco prendere e come farlo. I politici, che ci invitano a votare per loro e le forze dell’ordine che ci dicono cosa possiamo fare.
Una vita a prendere ordini. Siamo talmente incapaci a gestirci da soli, che affidiamo ad altre persone, di conseguenza altrettanto incapaci, la nostra vita.
Ma no, non essere così drammatico, mi direte : abbiamo scelto di vivere in questa società, ci siamo divisi il lavoro, utilizziamo una moneta come sistema di scambio, e mica tutti sono portati per comandare. E poi sarebbero gli anarchici a volere l’utopia?
Chi ci tiene a sottolineare frasi del genere è quello che letteralmente sta vivendo una utopia.
Il problema è quando la premessa si scontra con la realtà.
Non ho niente contro gli insegnanti, contro i medici, i poliziotti, e compagnia cantante. Ma è necessario analizzare il sistema in cui viviamo, e trarre delle conclusioni. Queste sovrastrutture portano, a chi ci entra, ad una progressiva deresponsabilizzazione.
Non sei tu che agisci in quanto persona, ma in quanto appartenente ad un gruppo. E nel momento in cui ne fai parte, vieni automaticamente difeso dal tuo stesso gruppo.
Così le forze dell’ordine difendono un agente che picchia, così l’ordine dei medici difende un medico che uccide, così il papa difende un prete colpevole di pedofilia.
Non sto dicendo che sia giusto o sbagliato, ma che, in quanto appartenenti ad un gruppo, così funziona.
Possiamo dire poi ugualmente che
Il potere difende se stesso
C’è chi direbbe che in questa società ognuno di noi può avere potere, influenza, su qualcun’altro : vero. Ma di base, soltanto per il fatto di appartenere ad un determinato gruppo, sovrastruttura, finzione sociale, alcune persone hanno più potere di altre. E spesso, perchè se vai a dire sempre passi per esagerato, questo lo sfruttano a loro vantaggio.
Per cui noi, il popolo, implicitamente, diamo l’ok ad alcune persone di imporci come vivere.
Nonostante anche quelle siano persone con il loro spazio con i loro condizionamenti.
Preferiamo affidare la nostra vita ad altri piuttosto che a noi stessi.
“L’anarchia non è una favola romantica, ma una testarda constatazione, basata su cinquemila anni di esperienza, che non possiamo affidare la gestione delle nostre vite a re, preti, politici, generali, e commissari provinciali.”
Edward Abbey, scrittore.
Cosa è peggio? Una società in cui tutti hanno lo stesso potere, e nessuno può imporre cosa fare, oppure una società in cui alcune persone hanno più potere di altre, e ti impongono come comportarti? Teniamo sempre a mente la premessa.
Spesso sentiamo di disobbedienza civile : cosa è se non un atto anarchico? Un atto volto a stravolgere una norma accettata da tutti. Noi, a questa regola, non ci stiamo. E non si sta dicendo che non servano assolutamente delle leggi norme regole, chiamatele come volete : l’anarchia non è assenza di regole, caos. Direi che il concetto si sposta su altri piani.
De facto, le politiche sociali delle sovrastutture le possiamo riassumere in : o fai come diciamo noi, o stai fuori.
Ed è paradossale che, nonostante una dichiarazione tanto forte, noi proseguiamo su questa strada. Lo facciamo per fiducia, lo facciamo per paura, ma andiamo avanti.
Ed anche io ho paura. Ho paura che un rappresentante delle forze dell’ordine possa farmi male, solo perchè ha l’autorità per farlo. Ho paura che un medico possa prescrivermi obbligatoriamente una terapia o peggio un TSO, perchè ha l’autorità per farlo. Ho paura che un legislatore possa incarcerarmi per qualcosa che non ho fatto, perchè ha l’autorità per farlo.
Alla fine dei conti, quale è la percentuale di responsabilità?
Ricordando sempre la premessa, ognuno di noi cresce influenzato da diversi fattori. Se trovo il poliziotto cattivo, il medico cattivo, il legislatore cattivo, cosa arrivo a pensare?
Considerato che situazioni spiacevoli avvengono quotidianamente, è davvero possibile considerarle poche mele marce? Sicuramente, anche loro posso e devo considerarle delle vittime di quello che hanno vissuto e di quello che stanno vivendo, anche inconsapevolmente. Ma non riesco davvero a incolpare esclusivamente la sovrastruttura. Anche se il gruppo funziona così, anche se ti deresponsabilizza e ti deumanizza dalle tue azioni, non puoi essere soltanto una vittima. Sei un esecutore, ma anche tu hai le tue responsabilità. Lo capite il paradosso tremendo in cui viviamo?!
Ecco perchè da combattere è il concetto dell’autorità, che non è autorevolezza, del dominio di una persona su un’altra.
Fin quando esisterà questo, non riusciremo mai ad essere liberi.
Come può non essere malata quella società che ti impone i suoi ritmi se non vuoi rimanere indietro?
Come può non essere pazza quella società che tutela i potenti a discapito di chi non ha nulla?
Cosa c’è di più utopico nel continuare a sostenere un mondo forte con i deboli e debole con i forti?
Come si può sostenere quella realtà in cui anche l’esecutore è vittima della sovrastruttura?
Un mondo che risponde alle logiche di mercato, e che identifica le persone e gli altri animali come capitale?