La natura del TSO : silenziare chi non ci piace
La storia di Dario Musso
Viva la conformità
Oggi avrei voluto scrivere un articolo sulla libertà ai tempi del Coronavirus, e sul concetto della libertà in sè.
Prenderemo come spunto invece la vicenda di questo ragazzo siciliano. La sua colpa? Non essere conforme.
Questo è stato sufficiente.
Ormai, basta semplicemente dire qualcosa di non gradito, per rischiare di essere sedato per chissà quanto tempo. Sì, di base il TSO dura 7 giorni, ma se il medico pensa che tu debba rimanere, tu rimani. E puoi rimanere fino a quando non muori.
Quando ho letto la sua storia, subito mi è venuto in mente Francesco Mastrogiovanni, il pericoloso terrorista colpevole di aver fisicamente massacrato 40 bambine in una scuola.
Ah no, scusate.
Parliamo di un essere umano, entrato in ospedale in buone condizioni fisiche e senza avere commesso reati, che non ha avuto la possibilità di vedere o sentire la sua famiglia.
Stava facendo il bagno nudo, cantando canzoni anarchiche, e per questo è stato circondato da polizia e carabinieri, portato in ospedale, per condurlo al suo terzo TSO, uno più immotivato dell’altro, e da li non è mai più uscito.
Per lui, sono bastate 87 ore.
Una dittatura del pensiero
Possiamo definirla altrimenti? Non è tanto importante nemmeno la veridicità o meno di quello che stai dicendo, l’importante è che sia l’opposto di ciò che il governo ti racconta. Ed allora diventi pericoloso, perchè non vieni pensato in quel momento : perchè stai pensando. Giusto o sbagliato che sia.
“Non esiste pandemia, cominciamo ad uscire, che i negozi riaprano”
A quanto pare, basta dire una cosa del genere per rischiare di morire per mano dello Stato. Piuttosto che cercare il dialogo, capire cosa ha portato Dario a queste conclusioni, è stato sedato ed è stato portato nel reparto psichiatrico dell’ospedale di Canicattì per sottostare al TSO, dopo l’ordinanza del sindaco.
Per lo stesso principio, chi andasse in strada a dire, per esempio
“Non esiste l’Italia, i confini sono arbitrari e portano inevitabilmente a conflitto. In più, l’unità d’Italia è stata una manovra politica non condivisa da tutta la penisola.”
Dato che sta sostenendo qualcosa di pericoloso per l’ordine pubblico, e qualcosa che va contro ai principi statali, finirebbe sedato e contenuto per una cosa del genere? Logicamente, seguendo questo filo del discorso, sì.
Basta l’interpretazione che ti viene data dalle forze dell’ordine, e la tua vita rischia di terminare.
Chi critica al rogo, a chi distrugge applausi
Perché poi si arriva a questo punto : se sei uno che critica quello che sta succedendo, allora sei da rinchiudere. Se sei quello che effettivamente sta condannando le persone attraverso le tue azioni, e non le parole, ti becchi se va male un applauso.
Questi sono tutti gli scambi telefonici avvenuti tra il fratello di Dario, avvocato, e diversi enti istituzionali. Ospedale, Polizia, Carabinieri. Nonostante ci sia una legge che permetta il dialogo tra chi subisce il TSO ed i familiari, lui deve aspettare 5 giorni per entrare in contatto con una forma peraltro sbiadita di Dario. E le stesse forze dell’ordine, non intervengono. I medici, glissano in maniera vergognosa, non saprei come altro dire.
Dario dorme
Il mantra ripetuto dai dipendenti ospedalieri fino allo sfinimento, oppure “non abbiamo il cordless, quindi non possiamo passartelo”. Durante le diverse telefonate, capiamo che Dario è legato e mangia, se mangia, con le flebo. Viene persino detto che lui sta seguendo una terapia, perchè é pericoloso per se stesso in quanto molto agitato. Una terapia del genere, ci vuole coraggio e faccia tosta per definirla così. Automi o persone?
Vorrei ben vedere, per due frasi in piazza vieni deportato legato sedato e rinchiuso, chi non sarebbe molto agitato ed in tensione? Ridicoli.
L’avvocato Musso si interfaccia con due medici, la prima abbastanza stizzita dalle continue chiamate dell’avvocato, il secondo un subdolo sorridente. Non voglio anticiparvi di più, perché è un video che merita di essere ascoltato. Ci sono diverse chicche lungo tutte le chiacchierate, e la chiosa finale dello stesso Dario è epica. Nonostante fosse palesemente sedato, riesce con estrema lucidità a capire che tipo di medico si trova davanti, e sussurra al fratello :
“Lillo, quest’uomo è un coglione”
Epilogo
Al settimo giorno, Dario viene rilasciato. Sono abbastanza sicuro che si sia concluso tanto in fretta grazie alla copertura mediatica della vicenda, ed alle centinaia di migliaia di visualizzazioni che questo video è riuscito a fare.
Adesso Dario si trova a casa.
Questo è il mondo in cui viviamo, dove la libertà d’espressione è condizionata da quello che dici, quindi non esiste.
Un mondo in cui rischi di venire traumatizzato a vita dalle forze dell’ordine e dai medici che, nella nostra teoria che ci siamo costruiti utopicamente, esistono per tutelarci. Un mondo in cui Dario Musso dovrà stare attento ogni giorno della sua vita, per evitare di tornare in quel luogo e subire questa esperienza.
L’esperienza del TSO è un esempio lampante della situazione in cui ci troviamo.
E mi viene soltanto da vomitare.
Ma saranno parole al vento.