Nessuna giustificazione medico-scientifica per vaccinare i minori.

Non c’è alcuna motivazione per vaccinare i bambini

Non permettiamo al marketing farmaceutico questa distorsione

Ancora una volta, vi lascio alle interessanti riflessioni di Marco Cosentino. Qualche settimana fa aveva spiegato quali fossero le criticità da affrontare e possibilmente risolvere per quanto riguarda la proteina Spike. Quest’oggi invece elenca dei motivi per cui non avrebbe senso vaccinare i minori con questi nuovi preparati.

Le parole di Marco Cosentino

Non c’è giustificazione medico-sanitaria per avviare alcuna campagna vaccinale in età pediatrica, in nessuna fascia di età. Ricapitolo i punti per me cruciali:

Il Covid è quasi inesistente già sotto i venti anni di età: secondo le cifre ufficiali dell’ISS al 13 gennaio scorso i decessi in Italia attribuiti al covid entro l’età di 19 anni erano 17 in tutto
Gli studi effettuati con i vaccini sui bambini non hanno le caratteristiche minime per concludere nulla su efficacia e/o sicurezza, dal momento che sono sottodimensionati e non considerano alcun parametro di importanza clinica. Questo ce lo siamo detti fin da subito, e ora lo argomentano anche autorevoli colleghi su BMJ.
Vaccinare i bambini non servirebbe nemmeno a bloccare la circolazione del virus, dal momento che gli attuali vaccini hanno efficacia limitata sul contagio, aumentando semmai la probabilità di contagiarsi senza sintomi e contagiare quindi inavvertitamente altri. Per questo non ha senso nemmeno argomentare che vaccinare i bambini possa servire a salvaguardare la salute altrui. Per paradosso, potrebbe semmai favorire la trasmissione, dato che un portatore sano non potrebbe essere così facilmente identificato.
E, sia detto per inciso, vaccinare una persona, tanto più un minore, con un farmaco autorizzato in emergenza e argomentando un beneficio (ipotetico) nemmeno per l’interessato bensì per altri, nel mondo che siamo abituati a conoscere dovrebbe essere ancora assolutamente inammissibile