Zero waste, la rivoluzione dei dettagli : proviamo a impattare di meno?

“Vivere più semplicemente per permettere agli altri semplicemente di vivere”

Questa è una frase che Beatrice ha preso in prestito ed ha fatto sua, e mi sembra quella che più facilmente spieghi il concetto di zero waste.

 

La parte facile, per quanto vera, è focalizzarsi sul cibo : ormai è ben chiaro come i prodotti di origine animale abbiano un impatto maggiore di quelli di origine vegetale, e come decidere di smettere di consumarli sia la scelta singola più semplice e più forte che possiamo fare.
Ed è di per sè triste parlare di altri animali come prodotti, sia chiaro

Ma non bisogna fermarsi a questa linearità, cioè se è vegano va bene, se non lo è allora è il male.

Beatrice è vegana dal 2003, e nel 2004 conosce Julia Hill, famosa per aver vissuto 2 anni su un albero per evitare che venisse abbattuto. E li inizia a scoprire quanto ogni nostro gesto abbia un impatto sul mondo, non semplicemente il cibo che scegliamo di mangiare.

 

Quando noi pensiamo ai rifiuti, ne vediamo solo una piccolissima parte.

Esistono dei rifiuti nascosti, come quelli che vengono prodotti in cucina e noi fisicamente che stiamo fuori non vediamo, ed esistono dei rifiuti invisibili, come il particolato o le microplastiche. Non le vediamo a occhio nudo anche se ce le abbiamo davanti, inquinano e fanno male.

Ma quali sono le azioni che inquinano di più?

Singolarmente, un viaggio in aereo è l’azione più pesante che ognuno di noi può compiere. Però, dato che solo il 3% della popolazione mondiale fa in media 1 volo all’anno, nel complessivo il mangiare prodotti animali rimane al primo posto in classifica.

Ogni paese poi, inquina a modo suo ed impatta in maniera diversa.
In media, un italiano consuma per 3.5 pianeti. Un abitante degli Stati Uniti consuma 7 pianeti. Un abitante del Bangladesh consuma 0.39 pianeti.

Si, poi spesso sentiamo dire che India e Cina sono quelli che inquinano di più! Colpa loro! Nel pratico è difficile quantificare quanto davvero sia in percentuale la loro responsabilità e la nostra : in fondo, quello che consuma l’Occidente viene prodotto soprattutto in quelle zone, perchè conviene alle aziende da un punto di vista del rispetto dei lavoratori e di guadagni certamente.

Esistono in rete tantissimi calcolatori della nostra impronta biologica : quella di Beatrice è di 1.1 pianeti, dove lo 0.1 pensate è dovuto soltanto ad un volo aereo!

Altro fenomeno particolarmente interessante ed inquinante è quello del water grabbing

Le aziende vanno a rubare l’acqua dove serve, limitando le risorse poi per la stessa popolazione! Basti pensare alle tante multinazionali, una per tutte la Coca Cola, che in Sudamerica frega letteralmente l’acqua a tutte le popolazioni per trasformarla nella loro bevanda.

     Ogni anno in media, un italiano produce 500 kg di rifiuti

La gestione dei rifiuti

Non ci pensiamo molto, ma anche i piatti e le posate compostabili diventeranno rifiuto. Si parla tanto dell’importanza del riciclare la plastica, quanto sarebbe ancora più importante evitare proprio l’acquisto di packaging del genere.
Pensate che i rifiuti compostabili di Roma vengono portati a Padova! Ogni rifiuto non è che si teletrasporta e si materializza nei centri di smaltimento, deve essere trasportato, ed il trasporto determina un impatto. L’ecocriminalità in Italia, rapporto del 2011, è una torta da 16,6 miliardi di euro all’anno
Nel 2011 in Italia sono stati accertati quasi 34mila reati ambientali, circa 93 al giorno. Una cifra altissima, in aumento del 9,7% rispetto al 2010, che ha portato anche a più di 8700 sequestri, 28mila persone denunciate e 18 amministrazioni comunali sciolte per infiltrazione mafiosa, solo nell’anno appena trascorso. Sono i dati del Rapporto Ecomafia 2012 di Legambiente presentato lo scorso luglio, che ogni anno aggiorna un elenco di reati che vanno dalle infiltrazione mafiose nella gestione dei rifiuti agli incendi boschivi e agli illeciti contro la fauna, insieme a furti di opere d’arte e beni archeologici e abusivismo edilizio.

 

La lotta agli sprechi

Un aneddoto che Beatrice ha raccontato, e penso basti per descrivere la cosa.

Questi due vasi di coccio nuovi erano stati buttati solo perché si erano incastrati. Ci ho messo un pochino a disincastrarli, ma con un po’ di supporto morale di un signore che sosteneva che ce l’avrei fatta, ci sono riuscita.
Non potevo pensare che finissero all’inceneritore senza nemmeno essere mai stati usati. Quando sono tornata ho deciso di pesare il tutto, su una bilancia pesapersone che era stata buttata da una persona del mio palazzo e che, i volontari dell’ultimo restart party a cui ho partecipato, sono riusciti a riparare. In totale ho salvato 12 kg di beni tra vasi e frutta e verdura. Vorrei poter rendere ancora meglio l’idea di quanto questa società dello spreco sia assurda anche solo dalla piccola prospettiva di una persona qualunque.

“Usciamo dalla linearità del prodotto di origine animale : male, e origine vegetale : bene. Rimaniamo bambini e chiediamoci il perché delle cose. I rifiuti, il muoversi, il water grabbing, la lotta agli sprechi. Vorrei che quello che ho detto serva da stimolo, perché il sistema economico e sociale in cui viviamo é un tritacarne.
Cerchiamo di non essere ingranaggi nel sistema, ma dei sassolini che danno fastidio!”

Commenta

Autore dell'articolo: GG

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *