Il Giappone, Satoshi Omura e l’ivermectina: un farmaco che funziona.

Satoshi Omura e l’ivermectina: 40 anni insieme

Un ultimo studio giapponese sottolinea come sia efficace

Ma chi è Satoshi Omura?

Satoshi Ōmura è conosciuto per aver sintetizzato davvero tanti farmaci, potete controllare la lista sul suo curriculum. In totale, più di 480 molecole scoperte, che hanno portato alla sintesi di circa 25 farmaci.
Premio Nobel 2015 per la Medicina per i suoi studi di circa 40 anni sull’ avermectina, grazie alla quale siamo arrivati alla fatidica ivermectina. Di preciso, il suo gruppo di ricerca ha isolato uno strain di Streptomyces Avermitilis che produce proprio l’avermectina.
Possiamo definirlo il più grande conoscitore al mondo di questo farmaco?

Queste sono state alcune sue parole dopo l’assegnazione del Premio Nobel:

“Ci sono molti ricercatori di talento in Giappone. Quello che faccio io non è che un lavoro tedioso. Non mi aspettavo di diventare un Premio Nobel. Sono sempre stato fiero del fatto che il mio lavoro aiutasse le persone, ho cercato di aiutare le persone. Ma è diverso dall’essere un Premio Nobel.”

Così veniva definita la sua scoperta dall’Assemblea del Nobel:

“L’importanza dell’ivermectina per migliorare la salute e il benessere di milioni di persone affette da cecità fluviale e filariosi linfatica, principalmente nelle parti più povere del mondo, è incommensurabile.”

Insomma, possiamo tranquillamente definirlo un eroe. Dato che di questi tempi si abusa anche di ‘sta parola.

 

Avete visto bene: l’Università Yamanashi gli ha dedicato un museo (ad una persona ancora viva)

Un salto di qualche anno

 

Lo trovate lì, come co-autore di questo articolo. In circa 10 anni che scarico articoli scientifici, per la prima volta mi è stato chiesto un double check sul download, non me lo faceva scaricare. Ma vabbè, magari è un caso e può capitare. Vi lascio però una frase di questo lavoro:

L’ivermectina potrebbe arrivare ad essere paragonata alla pennicillina, per quanto riguarda i benefici derivanti dalla sua scoperta. Qui, abbiamo un altro nuovo utilizzo per l’ivermectina, descritta anche come un “farmaco miracoloso”. La storia ci ha dimostrato che l’esistenza di molecole derivate da prodotti naturali è davvero rara.”

Qualche mese dopo, questa meta-analisi, pubblicata sull’American Journal of Therapeutics, sembra aver confermato tale ipotesi.
Non è un caso se il farmaco più utilizzato dai medici nel mondo, per questa patologia, è proprio l’ivermectina.

L’ennesimo tassello e l’ennesimo problema

Proprio oggi, Reuters, ci conferma come sia proprio così: secondo i risultati di un trial clinico, giunto alla Fase III,  dell’azienda Kowa in partnership con l’università di Kitasato, l’ivermectina è efficace nel trattare l’Omicron.
Quale è il problema?
La Merck ha declinato di studiare l’ivermectina, e così altre grosse aziende farmaceutiche. Di conseguenza, sono più lente e meno sponsorizzate le ricerche che potrebbero dare ulteriori risposte, dissipare dubbi.


Invece, la scelta di sostanzialmente censurare un Nobel e impedire di studiare approfonditamente un farmaco che già viene utilizzato, non fa che aumentare i dubbi.

Come ripeto spesso, il medico educato secondo il modello biomedico, si basa sui segni e sui sintomi.
Tra l’altro, il “riposizionamento” di un farmaco è qualcosa di noto, ed i trattamenti off-label da parte dell’industria sono letteralmente all’ordine del giorno.
Per cui, non c’è assolutamente nessun problema nell’utilizzare questo farmaco, quando nella realtà funziona.
Ah, senza dimenticare gli studi fraudolenti pubblicati sulla inefficacia dell’ivermectina soltanto pochi mesi fa.
Ma anche queste, parole al vento.

 

 

 

 

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Autore dell'articolo: GG

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