Una piazza viva: migliaia di persone sorridenti a Bologna per la manifestazione di Primum non Nocere

Non si può frenare la voglia di libertà.
Non ci si può opporre alla voglia di vivere.

Migliaia di sorrisi in piazza a Bologna

Tante persone con un sincero obiettivo in testa: vivere senza oppressori

Manifestarsi è quella situazione in cui ci si esprime, in cui ci si espone. Per manifestarsi però non sono fondamentali: basta esserci.
Noi siamo anche il nostro corpo, con le sue imperfezioni le sue lotte e tutto quello che lo circonda. Esserci con un sorriso, uno sguardo, un urlo di rabbia o con la voglia di spaccare tutto. Come si potrebbe biasimare un atteggiamento simile, sottoposti a violenza per 24 ore e 7 giorni alla settimana? Tutta la paura che il mainstream prova ad iniettarci dentro, tanto più forte quanto difficile la battaglia che portano avanti: oggetti in balia del mercato, non importa quale; persone che non si fanno domande.
Ecco, questo mancava certamente sabato a Bologna.

Una piazza piena, una piazza rabbiosa, una piazza gioiosa: dal ballare alle riflessioni, dai silenzi agli applausi fragorosi

Si è parlato di molte cose, ed allo stesso tempo si è parlato delle stesse cose. Idee che ognuno dei relatori ha riportato con il proprio background, il proprio vissuto ed il proprio modo di esprimersi.
Le esperienze di un figlio sballottato e ferito da episodi di malasanità che hanno contribuito a portare la madre alla morte; le parole di un genitore in sofferenza per una burocrazia assente che non aiuta la figlia; parole di medici che hanno trattato migliaia di pazienti e parola di medici trattati con quelle stesse terapie domiciliari. Teoria e pratica nello stesso momento. Ristoratori che si ribellano alle norme: se non è anarchia questa, non so.
Parole di rabbia ed anche felici: penso all’intervento di Antonio Bilo Canella alla lettura del moderno giuramento di Ippocrate, teso e carico al modo giusto, per me il momento più intenso della giornata. Senta Depuydt ha parlato di tecnoscienza, e dello stretto legame che esiste tra multinazionali apparentemente diverse. Parole sincere nell’intervento di Sara Cunial e molto precise quelle di Matteo Gracis: risponderanno mai alle tue domande? Ma sai già che erano retoriche.

Una scuola d’esperienza, poca teoria e tanta pratica. Voglio che imparino a respirare a meditare a cucinare a mangiare a camminare a piedi nudi nei boschi.

Delle quasi quattro ore passate a riprendere con il telefono in mano, questa è l’unica frase che ho appuntato. Vorrà dire qualcosa? Per qualcuno si ed altri no, poco ma sicuro. Lo interpreto come un messaggio di speranza quello della professoressa Barbara Colosio
Cosa è vivere? Cosa insegnano nelle scuole? Cosa vuol dire scuola? Sarà sufficiente essere in grado di occuparsi del proprio corpo e, volendo, dedicarlo a scegliere attività che possano dare qualcosa alla comunità e perché no anche a noi stessi, senza passare attraverso le decine di problematiche legate all’attuale modo di intendere la scuola? Alcune domande che vi lascio.

Una riflessione finale

Grazie a Gian Marco Capitani ed a tutta l’organizzazione di Primum Non Nocere, è stato bello conoscersi dal vivo.
Grazie alle centinaia di persone che hanno seguito l’evento in diretta, permettendo poi di raggiungerne altre decine di migliaia
Così come è stato bello poter rivedere tante persone, anche soltanto con lo sguardo da lontano: eppure rivedere non è il verbo corretto. Poterle sentire di nuovo, ascoltare direttamente la loro voce e toccarli: è proprio vero che questa situazione ha totalmente appiattito uno dei nostri bisogni più importanti, la socialità.
Migliaia di persone si sono radunate in piazza per dire no ai vaccini, per dire no alle mascherine? Fidatevi, sembra così ma non lo è affatto.
Migliaia di persone si sono radunate in piazza per dire si alla autodeterminazione del proprio corpo, per dire si ad una vita priva di complicazioni autoritarie, per dire si ad un modello diverso di salute. Non l’unico, non il migliore.
Se non stai con l’oppresso, allora sei anche tu oppressore?
Che non restino parole al vento.

 

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Autore dell'articolo: GG

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