“La Scienza è allo stadio terminale. Nella maggior parte dei casi, non è riproducibile!” A cura di Marcello Pamio

LA SCIENZA E’ ALLO STADIO TERMINALE
Marcello Pamio

La Scienza, quella ufficiale con la esse maiuscola, si trova in uno stato avanzato di putrefazione, per non dire allo stadio terminale. Roba da hospice per intenderci.
Stiamo parlando di quella Scienza non democratica che non può essere messa in discussione da nessuno, come vorrebbe farci credere qualche cariatide allo sbando cerebrale.
Ebbene c’è proprio da ridere se pensiamo a questa Scienza e a Galileo Galilei…
Il padre del “metodo scientifico sperimentale” si è basato infatti prima sull’osservazione, poi l’esperimento che doveva convalidare o confutare l’ipotesi di partenza per giungere infine alla matematizzazione, cioè alla legge che spiega il fenomeno.
Oggi la Scienza non è riproducibile nella maggior parte dei casi!
Proprio così, sembra un paradosso visto che gli scienziati o pseudotali si riempiono la bocca delle “evidenze”, come nel caso appunto della “medicina basata sull’evidenza” (evidence-based medicine).

La realtà come sempre viaggia in contromano.
La Scienza che si arroga il diritto di criticare, smontare, demolire tutto quello che non rientra nell’ufficialità, fa acqua da tutte le parti.
Recentemente «Nature» – una delle più prestigiose e accreditate riviste scientifiche al mondo – ha pubblicato un articolo nel quale si è dimostrato come più del 70% delle ricerche scientifiche prese in esame avesse fallito i test di riproducibilità, e questo nonostante esse siano state pubblicate, diffuse e citate da altri ricercatori come base dei loro stessi esperimenti.
Non finisce qua, perché se entriamo nei laboratori delle industrie farmaceutiche la faccenda non solo s’ingrossa ma diventa parossistica. Nel 2011 Glenn Begley, direttore del dipartimento di oncologia della Amgen, una delle più grosse multinazionali di biotecnologie, decise di replicare i 53 lavori scientifici considerati come fondamentali su cui si sarebbero basate le future ricerche in oncologia. Risultato: non fu in grado di replicare 47 dei 53 lavori scientifici, ossia l’89%.
Tradotto: solo l’11% degli esperimenti scientifici considerati come pietre miliari nel settore oncologico erano riproducibili.
Altra conferma arriva da parte del dottor Khusru Asadullah, un alto dirigente della Bayer, il quale ha dichiarato come i ricercatori della multinazionale tedesca non erano riusciti a replicare più del 65% degli esperimenti su cui stavano lavorando per portare avanti nuove ricerche.
La pietra tombale è stata poi messa dal dottor Richard Horton, fisiologo, giornalista ed editore-capo della rivista medica inglese «The Lancet», una delle riviste più autorevoli al mondo.
Nel suo editoriale datato 11 aprile 2015 dal titolo «Offline: What in medicine’s 5 sigma?», Horton afferma che «molta letteratura scientifica, forse la metà, potrebbe semplicemente essere falsa (untrue)».
Inquietanti ma chiarificatrici le sue parole sulla Scienza che avrebbe «preso una piega verso il buio» («science has taken a turn towards darkness»).
Buio gestito ad arte dai potentati finanziari che sono riusciti a fagocitare completamente tutti gli studi e tutte le ricerche che vengono eseguite nel mondo. I governi dei paesi sempre più indebitati tagliano i fondi per la ricerca, gli enti pubblici e le università non hanno soldi per cui tutto ricade sempre nelle mani dei privati, nelle sgrinfie delle lobbies.
Se i soldi della ricerca o dello studio sono privati è matematico che i risultati non potranno andare contro gli interessi dei finanziatori, per cui saranno sempre viziati in origine.
Non fugge a questo diabolico meccanismo la rivista ufficiale dei pediatri americani «Pediatrics», che raggiunge il podio della demenzialità.
Un articolo pubblicato a marzo 2016 sulla rivista scientifica propone ai professionisti della salute di smettere di affermare che l’allattamento al seno è “naturale” perché in tal modo si dà l’impressione che le pratiche genitoriali (per così dire “naturali”) sono le più sane.
Gravissimo problema questo per le industrie!
Le campagne di allattamento al seno che esaltano questa pratica come metodo “naturale” potrebbero causare dannosi processi decisionali da parte di alcuni genitori su altre importanti questioni di salute.
Purtroppo le menti geniali che arrivano a un simile abominio non escono da un manicomio o da un centro di recupero ma dalla Perelman School of Medicine, la scuola di medicina dell’Università della Pennsylvania.
Una scuola che riceve quasi 750 milioni di dollari nella ricerca di programmi sponsorizzati. Indovinate chi sono gli sponsor?
«Promuovere l’allattamento al seno in questo modo può indirettamente portare a sottovalutare pratiche importanti per la salute, non viste come naturali, come le vaccinazioni pediatriche».
Ecco il nocciolo della questione. Promuovere come “naturale” l’allattamento al seno materno, una pratica che avviene da quando l’uomo è apparso sul pianeta, è un gravissimo errore etico per cui gli autori hanno iniziato una campagna pubblica per porre fine all’uso positivo del termine “naturale”, sostenendo che esso è associato a pratiche “problematiche” come il parto in casa, l’homeschooling (scuola parentale) e il rifiuto dei cibi OGM.
Partorire in casa, educare i propri figli secondo la scuola parentale, dargli da mangiare alimenti biologici e magari evitare di avvelenarli con le vaccinazioni sono tutte aberrazioni da estirpare con ogni mezzo.
Questa è la Parola della Scienza!
Amen

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Autore dell'articolo: GG

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