Modificate le linee guida in merito ai contenuti su Youtube per contrastare la “disinformazione”
Google: braccio armato della tecnocrazia
Non è la prima volta che Google sbarra la strada a determinati contenuti: le linee guida contro la disinformazione a tema Covid sono in vigore da un anno, 20 maggio 2020. Fino a 10 giorni fa, la pagina Google a riguardo si presentava così.
Abbiamo avuto una sostanziale modifica in omaggio, che amplia a dismisura i casi in cui il contenuto può essere rimosso.
Sufficiente che il contenuto “contraddica, metta in dubbio o solo si discosti da quanto raccomandato dalle autorità mediche locali e dall’OMS”
Un veloce commento del Prof. Marco Cosentino
Fatico a trovare tra questi punti uno solo che non meriti quanto meno di essere esaminato e discusso da differenti punti di vista.
Citare il report dell’ ARPA Piemonte sarà vietato?
Per carità, non proviamo nemmeno a pensare di poter uscire da quella logica riduzionista. Ma, d’altronde, il legame tra le industrie farmaceutiche, i governi, i diversi medium, è talmente opprimente, ed evidente, che non possono esserci altre visioni.
La politica di Youtube
Le quattro azioni principali che YouTube ha intrapreso in relazione ai contenuti si possono riassumere con le “quattro R”, legate al tema della responsabilità: remove, raise, reduce e reward.
Remove, per rimuovere i contenuti in violazione delle policy di YouTube.
Raise perché l’idea è di dare priorità e precedenza alle informazioni provenienti esclusivamente dalle autorità.
Reduce, ridurre la diffusione di contenuti che, pur non oltrepassando le policy, si avvicinano molto alla soglia delle linee guida.
Reward, ovvero ricompensare gli utenti che portano un contributo positivo alla community.
Anche prima del Covid, YouTube applicava la stessa policy in merito ai contenuti sui vaccini, adesso abbiamo inclusi annunci che scoraggiono gli utenti a vaccinarsi. Ma c’è un’eccezione!
Sono consentiti infatti i video se è chiaro che intendo essere educativi, documentaristici, scientifici o artistici (Edsa).
Capite?
Se lo scopo è dire quanto sia importante la terapia tachipirina e attesa, se lo scopo è quello di glorificare il coprifuoco il distanziamento e le vaccinazioni, allora puoi parlare di terapia domiciliare e altra disinformazione. Dai allora grazie Google.
Facebook non è da meno
Censura e vaccini su Facebook : Zuckerberg inchiodato negli USA
Vi riporto soltanto le dichiarazioni di Zuckerberg durante quell’interrogazione:
“Sentiamo proprio che le persone vogliono che noi fermiamo queste informazioni sbagliate che potrebbero portare a del danno, soprattutto per quanto riguarda la salute! Credo che nessuni pensi che si possa essere sicuri al 100% che i vaccini non abbiano mai fatto del male, però la comunità scientifica ci dice quanto sia importante per ognuno la vaccinazione.
Noi non impediamo a queste persone di parlarne, non impediamo alle persone di parlarne sulla propria bacheca, esistono tanti gruppi ad esempio in cui possono discutere di certi argomenti. Quello che facciamo è modificare l’algoritmo dei risultati di ricerca, così da non venire rimandati a contenuti definiti “novax”. Non raccomandiamo determinati gruppi o pagine che potrebbero avere delle discussioni “novax”. Però, se inserisci completamente il nome del gruppo o della pagina che ti interessa, lo trovi.”
Tackling Covid-19 Disinformation
Google non è altro che uno dei tanti strumenti a disposizione del potere, e cito direttamente dalla pagina del Consiglio Europeo:
Il 10 giugno 2020 la Commissione europea e l’alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza hanno pubblicato una comunicazione congiunta intitolata “Contrastare la disinformazione sulla Covid-19 – Guardare ai fatti” al fine di proporre azioni concrete per aumentare la resilienza dell’UE contro la sfida della disinformazione. Tra di esse figurano: intensificare il sostegno dell’UE ai fact checker e ai ricercatori, rafforzare le capacità di comunicazione strategica dell’UE e potenziare la cooperazione con i partner internazionali, garantendo nel contempo la libertà di espressione e il pluralismo.Durante la pandemia l’UE ha incoraggiato le piattaforme online a contribuire alla lotta contro le notizie false (fake news) e altri tentativi di disinformazione rimuovendo i contenuti illegali o falsi. Con l’avvio delle campagne di vaccinazione in tutta l’UE si sono intensificati gli sforzi per contrastare la disinformazione sui vaccini contro la COVID-19. Le piattaforme online firmatarie del codice di buone pratiche sulla disinformazione riferiscono periodicamente alla Commissione europea in merito alle loro azioni e misure volte a limitare la disinformazione.
Azioni di resilienza- sostegno ai fact checker- contrastare la disinformazione. Ciliegina? Garantendo nel contempo la libertà di espressione e il pluralismo.
Però se non rispecchiano il pluaralismo che intendiamo noi allora no che schifo.
Vogliamo vivere in un mondo del genere? Un mondo indissolubilmente legato al volere dell’industria farmaceutica, con il placet compiacente dei medium e delle autorità? Una società disegnata sull’ Rt? Non è un problema l’esistenza di questo modello medico, comunque storia del pensiero medico occidentale- chiaro che oggi è un brodo insapore, ma dobbiamo arrivare al punto di negare anche soltanto l’esistenza di mondi diversi?
Cosi è, se vi pare.